Cani killer di Punta Pisciotto. Chiesta condanna a oltre 5 anni per ex sindaco di Scicli

1_venticinque_primopiano

giuseppe_brafaCinque anni e mezzo di reclusione. È’ la richiesta avanzata oggi, al termine della requisitoria, dal pubblico ministero, Alessia La Placa, nei confronti dell’ex sindaco di Scicli Giovanni Venticinque nel processo davanti al Collegio Penale del Tribunale di Ragusa(Vincenzo Saito presidente)per l’inchiesta sui cosiddetti cani killer di Punta Pisciotto, che il 15 ottobre 2009 aggredirono e uccisero il bambino modicano, Giuseppe Brafa.

Giovanni Venticinque doveva tra le altre cose rispondere di omicidio colposo in concorso. La pena complessiva chiesta per tutti gli imputati è di 28 anni di carcere. Per le prossime ore sono attese le arringhe difensive, dopodiché comincerà la lunga camera di consiglio, anche se è probabile che la sentenza non venga emessa prima di qualche giorno. Battute finali insomma per il processo scaturito da quei drammatici fatti verificatisi nel 2009 tra contrada Pisciotto e la spiaggia di Sampieri. Il territorio ibleo balzò alle cronache nazionali ed estere per il bimbo modicano di 10 anni Giuseppe Brafa sbranato vivo mentre pedalava in bici da un branco di randagi, gli stessi che qualche giorno dopo attaccarono anche una ragazza che faceva jogging di buon mattino sulla spiaggia di Sampieri, sfregiandole il viso e lasciandole ferite di cui ancora oggi porta le cicatrici, alcune delle quali mostrate in aula. La ragazza in questione, Marija Stefanie Mikulcic, in una delle ultime udienze venne a Ragusa dalla Germania, dove risiede, appositamente per rendere testimonianza di quei tragici eventi dai quali uscì viva per puro miracolo. Non fu invece altrettanto fortunato il bambino, che fece una morte orribile. La donna in lacrime ripercorsero quei terribili momenti, quando i cani la accerchiarono all’improvviso sulla spiaggia deserta e la attaccarono, azzannandola al volto e alle braccia. Poco distante si trovava lo stesso Venticinque, che assistette impotente alla terribile scena. La ragazza era in vacanza e non avrebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi in un incubo ad occhi aperti. Solo il tempestivo intervento di un carabiniere della compagnia di Modica, Carmelo Litrico, che mise in fuga i randagi, scongiurò un’altra possibile tragedia.

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