Parte a Pozzallo il festival “L’invisibile – storie di mondi e umanità”. Domani sera attesa per la rappresentazione “Argonauti – Giasone e Medea”

argonauti

Il ricco programma del 1° Festival “L’invisibile – Storie di Mondi e Umanità: Pozzallo, lo scoglio della speranza” che da stasera prende il via presso l’Anfiteatro Raganzino con il concerto di Mario Incudine, prevede una serie di appuntamenti di rilievo che cercano di mettere in risalto il valore dell’accoglienza e dell’integrazione.

Domani sera, venerdì 11 settembre, sempre alle 21,30 andrà in scena “Argonauti – Giasone e Medea” spettacolo che viene messo in scena per Teatri di Pietra Sicilia nell’ambito di Invisibile Umano. Da un’idea drammaturgica di Maurizio Donadoni, lo spettacolo è un viaggio di iniziazione per danza, teatro e musica prodotto da Mda produzioni Danza e vede in scena, per la regia di Aurelio Gatti (ideatore e direttore artistico di Teatri di Pietra, che di questo spettacolo firma anche la coreografia), una superlativa Cinzia Maccagnano, attrice siciliana formatasi alla scuola dell’Inda che negli anni si è distinta diventando a poco a poco una rivelazione del teatro italiano e che proprio con questo spettacolo, lo scorso anno a Napoli, è stata applaudita per dodici minuti. Lo spettacolo si innesta mirabilmente nel progetto del festival che, nell’ intenzione degli organizzatori, già da stasera con il concerto “Anime Migranti” di Mario Incudine, intende attraverso il fascino dell’arte, avviare una riflessione profonda sul grande tema di strettissima attualità come quello della immigrazione e soprattutto della integrazione di culture profondamente diverse.
Tutti gli spettacoli che verranno portati in scena fino a domenica, hanno infatti, per testi e idee drammaturgiche, questo tema affrontato sempre con grande spessore culturale ed opportuna sensibilità. Lo spettacolo “Argonauti – Giasone e Medea” narra della vicenda di Medea, sacerdotessa di Ecate, che innamoratasi follemente di Giasone tradisce il suo popolo e aiuta l’amato a rubare il sacro Vello d’oro e fugge con lui per poi essere, dopo alcuni anni, ripudiata a sua volta per un’altra donna (Glauce, figlia del re di Corinto).
Una lettura che trascende il piano individuale per porsi invece come rappresentazione simbolica dell’incontro-scontro tra due culture diverse: da una parte il mondo arcaico, irrazionale e magico di Medea; dall’altra il mondo moderno, razionale e laico di Giasone. Dall’incontro di questi due mondi, agli antipodi fra loro, non può che nascere lo scontro. E si tratterà, nella fattispecie, di un conflitto insanabile, lontano da qualunque possibilità di sintesi. Quando finalmente la nave Argo approda sulle coste elleniche, gli Argonauti si rendono conto che al termine di quell’avventura non portano con loro solo il prezioso e magico Vello d’oro, ma ognuno ha acquisito doni più grandi, come la coscienza dell’essere e la conoscenza dell’ignoto.
Le avventure e le continue peripezie li hanno forzatamente coinvolti in situazioni imprevedibili, proiettandoli in mondi sconosciuti e a contatto con civiltà ignote, dai costumi e dalle idee spesso diverse, se non addirittura opposte alle loro. Ed è qui che accettare di mettere in campo le proprie certezze e confrontarle con quelle di altri uomini fu senz’altro la vera, straordinaria dimostrazione, di spregiudicata intelligenza degli Argonauti. E lo è ancora oggi per tutti gli altri navigatori che decidono di uscire dalla rotta stabilita dalla convenienza e dalle consuetudini, per rischiare di buttare a mare le proprie convinzioni ormai ben ancorate nel calmo golfo dell’inamovibile buonsenso. In realtà il loro è un viaggio onirico, visionario‚ tramite il quale ognuno raggiungerà il fondo della propria anima‚ e non è detto che sia quel luogo remoto e inviolato dove appare la luce della coscienza. Un viaggio di iniziazione che vede in scena anche i danzatori Carlotta Bruni, Benedetta Capanna, Stefano Fardelli e Rosa Merlino.

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