ANGELA MERKEL E LA QUADRIGLIA…. di Carmelo Scarso

carmelo scarso

La quadriglia è una danza figurata comandata da un “capoballo”. Questo ad un certo punto ordina la “gran confusion”, per cui il ballo continua nel disordine di tutti i partecipanti, fin a quando il “capoballo” non ordina la ricomposizione delle coppie e dei tempi del ballo.
Parimenti il passo della politica europea, dove la Merkel svolge le funzioni del “capoballo”politico.
Prestate attenzione ai seguenti fatti.

Fino a qualche settimana fa la Merkel era contraria ad aprire le frontiere tedesche all’esodo possente dei popoli del Nord Africa e del Medio Oriente che stanno invadendo l’Europa. Era un problema, diceva, di Grecia, delle nazioni balcaniche e dell’Italia esposte in prima battuta al grave fenomeno. Lei ed Hollande procedevano di pari passo, tete a tete di vertice in vertice, chiudendo le frontiere, seguiti dall’Austria e dai paesi dell’Est europeo (ballo in ordine).
Ricordate di appena qualche settimana fa la campagna informativa promossa dalla Merkel e dal suo Governo attraverso uno spot televisivo della durata di quattro minuti (massicciamente diffuso soprattutto in Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Macedonia, Montenegro e Serbia, cioè nazioni di passaggio dei flussi) per dissuadere gli esodisti dall’andare in Germania perché questa non era da considerare un “nuovo Eldorado in cui trovare facilmente lavoro e benessere? (fonte Der Spiegel).
Ricordate Reem, la bambina palestinese in attesa di espulsione, incontrata davanti alle telecamere televisive, che invocava il diritto di asilo e la Merkel in prima battuta le rispose che la Germania non poteva riconoscere il diritto di asilo a chiunque? Ricordate che solo l’esplosione di spontanee lacrime in diretta di Reem, che espose la Merkel all’occhio del ciclone mediatico, fecero fremere di sdegno tutto il mondo e il cuore della stessa Merkel?
Da una settimana, invece, con un proclama notturno unilaterale, la Merkel, seguita dall’Austria, ha aperto le frontiere tedesche ai flussi degli esodisti, invitando le altre nazioni europee a fare altrettanto e ad assegnarsene quote considerevoli (fino a cinquecentomila l’anno la sola Germania), creando scompiglio e sconcerto (gran confusion).
Ma, dopo qualche giorno, ecco il richiamo della “capoballo” Merkel al riordino del ballo europeo. Convocati la Commissione Europea e il Parlamento Europeo, in seduta comune per la verifica dello “Stato dell’Unione Europea”, li ha costretti a discutere solo del fenomeno esodista e a prendere ferma posizione mentre il Presidente Juncker confessava e denunciava all’opinione pubblica internazionale che non esiste, alla prova dei fatti, alcuna Unione Europea. In altri termini i tempi del ballo politico europeo li deve dettare solo la Merkel, pena sanzioni per le nazioni riluttanti.
Metamorfosi della Merkel e della Germania, e di quanti la seguono? Nessuno ci crede. Ma allora, dove sta il trucco?
Vi rassegno il mio pensiero.
Se avete notato, ho scritto finora genericamente di esodisti, senza fare alcun riferimento ai termini ed ai concetti, usati ed abusati confusamente da massmedialisti approssimativi ed ignoranti che un Indro Montanelli non li giudicherebbe neppure idonei a fare gli strilloni, ma che la Merkel usa in maniera fin troppa precisa e propria. E sta qui, a mio parere il trucco, piuttosto intelligente. Dico dei termini di migranti, emigranti, rifugiati e profughi.
Do i significati di ognuno:
1. migrante: indica chi decide di lasciare volontariamente e quasi spesso definitivamente il proprio Paese d’origine per cercare un lavoro e condizioni di vita migliori. Il migrante quindi non è un perseguitato nel proprio Paese e può far ritorno a casa in condizioni di sicurezza, senza nessun rischio.
2. emigrante: indica chi espatria, temporaneamente o definitivamente, a scopo di lavoro.
3. rifugiato: è uno status che, secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, viene riconosciuto a quelle persone che non possono tornare a casa perché per loro sarebbe troppo pericoloso e hanno quindi bisogno di trovare protezione altrove. Nella Convenzione si legge che il rifugiato è una persona che “nel giustificato timore d’essere perseguitato per la sua razza, la sua religione, la sua cittadinanza, la sua appartenenza a un determinato gruppo sociale o le sue opinioni politiche, si trova fuori dello Stato di cui possiede la cittadinanza”.
4. profugo, è colui che per diverse ragioni (guerra, povertà, fame, calamità naturali, ecc.) è costretto a lasciare il proprio Paese.
Come si potrà notare i termini migrante ed emigrante hanno connotazioni economiche, mentre gli altri due hanno generalmente connotazioni politiche, con quest’altra differenza: l’espatrio definitivo è tipico del migrante, mentre gli altri tre status non escludono il ritorno alle terre di origine.
Orbene, se fate bene attenzione ai superiori termini e concetti, come usati dai politici, riuscirete a comprendere la loro reale volontà.
La Merkel non parla né di migranti, né di emigranti, né di profughi, ma solo di rifugiati, che è l’unico status previsto dalla Convenzione internazionale per cui può essere riconosciuto l’asilo politico. Quindi, la Merkel di fatto sfoglia la margherita e accoglie solo i rifugiati, cioè solo quelli che hanno riconosciuto l’asilo politico, e non altri. E questi che fine fanno? Ci sono gli altri Paesi europei. Ma c’è di più: di regola la gran parte dei rifugiati fuggono dai loro Paesi d’origine per farvi ritorno non appena verranno a cessare le cause della fuga.
La controprova? La Merkel chiama in Germania i siriani e non altri, perché i rifugiati siriani sono costretti a lasciare la loro terra per il terribile conflitto di guerra civile complicato ancor più dal Califfato islamico costituitosi a Stato di fatto, con tutte le pericolosissime conseguenze rappresentate dai “Quattro Cavalieri dell’Apocalisse”: carestia, malattia, guerra, morte. Gli unici, i siriani, ad avere oggi i titoli per il riconoscimento dell’asilo politico.
Così si spiega perché la Merkel e la Germania non riconoscono di regola l’asilo politico ad altri, per esempio ai palestinesi, ad eccezione della piccola Reem per le note ragioni di immagine, e perché affidano solo al riconoscimento di tale status internazionale l’ingresso dei rifugiati nel territorio tedesco: è la stretta maglia attraverso cui selezionano (siamo alle solite?) le persone di loro gradimento e di loro interesse.
Insomma, carità pelosa.

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