Modica, trasparenza degli atti comunali, dell’equilibrio delle scelte amministrative e del diritto di accesso agli atti. Protesta la Castello

ivana castello

Di recente l’amministrazione comunale ha concordato i pagamenti dei debiti verso il Comune di Scicli e verso l’Ato Ambiente di Ragusa.
“Verso l’Ato Ambiente – secondo il consigliere del Partito Democratico, Ivana Castello – sono state assunte due deliberazioni di Giunta, la n. 162 del 29 agosto 2015 e la n. 163 del primo settembre successivo.

Con la prima si dà atto che il 27 agosto 2015 l’Amministrazione ha chiuso un accordo transattivo per l’estinzione di un debito di 5.238.263,83 euro verso il pagamento di 4.750.000 euro. Nella delibera si precisa, in più di un’occasione, che si tratta di debito giuridicamente certo, liquido ed esigibile (primo e secondo trattino della parte motiva e n. 3 della parte dispositiva).
Con la seconda si prende atto della rettifica di un errore da parte dell’Ato, per cui il debito comunale ascende da 5.238.263,83 a 5.515.066,83 euro, con una differenza in aumento di 276.803,00 euro. Il debito transatto, pari a 4.750.000 diviene, dunque, (4.750.000,00 + 276.803,00=) 5.026.803 euro.
Si precisa, sempre nel testo della delibera, che il debito è certo, liquido ed esigibile (una della parte dispositiva) e, infine, si incarica Carmelo Denaro a sottoscrivere, solo sottoscrivere, l’accordo già raggiunto”.

In possesso delle premesse conoscenze, l’esponente di opposizione ha deciso di verificare se il debito in corso di pagamento fosse effettivamente certo, liquido ed esigibile e se i residui elencati nelle due delibere appartenessero all’Ato con esclusione del Comune di Scicli. “Mi sono presentata, per ciò all’addetto al comparto, e gli ho chiesto di farmi visionare le fatture emesse dall’Ato. E’ noto, lo dico per mia stessa memoria, che i requisiti di certezza, liquidità ed esigibilità, di un credito/debito, derivano dalle fatture emesse dal fornitore (l’Ato) e accettate dal fruitore (il Comune). Il responsabile comunale mi ha risposto che la ricerca delle fatture avrebbe richiesto così tanto tempo da sconsigliarne il perseguimento. Ho osservato ch’era impossibile che le fatture fossero ancora da trovare, sopratutto se si considerano tre aspetti:

1.° che l’accordo transattivo era stato chiuso e per chiuderlo occorreva avere contabilizzato gli importi di tutte le fatture. Non si può, infatti, transigere l’importo di un debito senza conoscerlo preventivamente. Se, insomma, qualcuno vuole offrire il pagamento di una certa cifra, supponiamo 4.750.000 euro, deve preventivamente conoscere il quantum contro cui proporla. Il Sindaco l’ha proposta in luogo di 5.238.263,83 euro, ma tale somma deve averla calcolata in base alle fatture accettate. Anche quando, come ha detto il Ragusa, gli fosse stata suggerita in base a degli impegni assunti anni or sono, gli impegni debbono essere stati calcolati in base a delle fatture: non possono assumersi sulla base del mero arbitrio;
2.° erano state approvate due delibere di Giunta con l’elenco dei residui da pagare; ma questi residui andavano verificati sotto il profilo documentale. E per ciò tornano come signorine impertinenti in scena le fatture;
3.° non si può procedere ad alcun pagamento (e nemmeno ad alcuna transazione) senza una contabilità documentata in base alle fatture.

Qui le cose sono due, rimuginavo tra me: o vogliono ostacolarmi nell’esercizio del mandato elettorale, e ciò costituirebbe una aperta violazione di legge; o sono in presenza di irregolarità contabili che si tende, con tutti i mezzi, anche con la violazione di legge, a celare.

Ivana Castello chiede al Sindaco di fare chiarezza in Consiglio comunale ed in funzione dei risultati si riserva di volere informare la Procura della Repubblica di Ragusa e la Procura della Corte.

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