GLI ASSISTENTI SOCIALI CHE HANNO LAVORATO NEI PROGETTI AVVIATI DAL COMUNE DI VITTORIA IN AMBITO SCOLASTICO ESPRIMONO RAMMARICO E PERPLESSITA’ PER LE SCELTE OPERATE QUEST’ANNO TESE AD ESCLUDERE LA LORO FIGURA PROFESSIONALE

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Gli assistenti sociali che negli anni scorsi hanno lavorato in seno all’equipe sociopsicopedagogica e all’equipe dispersione scolastica (attiva a partire dall’ultimo anno) esprimono incredulità e amarezza per le scelte operate dal Comune di Vittoria. In particolare, il fatto che nel bando del 14 agosto l’Amministrazione comunale, e in particolare l’assessore alla Pubblica istruzione Bonetta, abbia deciso di cambiare la denominazione dell’equipe da sociopsicopedagogica in presidio psicopedagogico, per quanto riguarda l’ambito scolastico, ha determinato negli stessi notevoli perplessità rispetto a quanto stabilito visto che tutto è stato affidato alla figura di uno psicopedagogista con l’esclusione degli assistenti sociali dal progetto, vuol dire sottraendo l’ambito sociale dall’obiettivo dello stesso. “Ci dispiace tutto ciò – dicono gli assistenti sociali operativi sino allo scorso anno con il suddetto progetto – perché significa che l’Amministrazione comunale e l’assessore alla Pubblica istruzione hanno dimenticato i risultati raggiunti dalle due equipe. In particolare, soltanto nell’ultimo anno scolastico, le assistenti sociali, attraverso le visite domiciliari, strumento strategico per identificare i disagi all’interno dell’ambito domestico, con osservazioni dinamiche e ascolto attivo all’interno dell’ambiente familiare, sono riuscite ad affrontare uno dei nei del sistema scolastico riguardante la dispersione e l’abbandono. Siamo riusciti, e lo diciamo con estrema soddisfazione, a fare rientrare numerosi alunni a scuola. Anche il Sunas, il sindacato unitario degli assistenti sociali, e il nostro Ordine hanno ritenuto queste scelte completamente errate sul piano metodologico, al contrario di quanto sostenuto dall’assessore Bonetta. In particolare, viene evidenziato che la letteratura, i modelli teorici ed operativi, gli orientamenti politico-normativi sostengono l’approccio multidisciplinare integrato per garantire interventi adeguati ed efficaci fondati su criteri di qualità ed appropriatezza in grado di rispondere ai reali bisogni delle persone, dei gruppi e delle famiglie: sociali, psicologici, educativi che vanno considerati secondo una prospettiva unitaria e olistica. Ecco perché chiediamo all’Amministrazione comunale di rivedere una scelta che rischia di minare alla base la mole di lavoro che è stata portata avanti nel corso degli ultimi anni e che, in questo modo, potrebbe andare dispersa”.

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