Colacem Modica. Rischiano il posto di lavoro i 55 lavoratori. Si va in cassa integrazione

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A rischio il futuro lavorativo per i 55 dipendenti di Colacem, occupati nello stabilimento di di Contrada Fargione a Modica dove si produce cemento. Il primo atto, a breve, sarà la cassa integrazione. L’azienda ha, infatti, annunciato la sospensione momentanea dell’impianto con il conseguente ricorso agli ammortizzatori sociali. I lavoratori hanno già tenuto degli incontri informali considerato che si teme anche per il loro futuro lavorativo.

“C’è una crisi di mercato – spiega l’ingegnere Nunzio Tumino, direttore Colacem(in provincia c’è un secondo impianto a Ragusa in Contrada Tabuna) – che l’azienda sta vivendo. Per questo è stata annunciata la sospensione dell’attività del forno a ciclo continuo col ricorso alla cassa integrazione per poi riprendere non appena gli stoccaggi saranno svuotati”. I fratelli Colaiacovo(sono quattro)di Gubbio, dove si trova la sede legale, hanno inviato una lettera spiegando i motivi di questa decisione ma, tra le righe, lasciano intendere anche la peggiore delle possibilità poiché stabiliscono in venti mesi l’uso degli ammortizzatori con la successiva valutazione delle condizioni che si saranno determinate. “Qualcuno ha parlato di chiusura definitiva – spiega Luca Gintili della Cisl Filca – ma nei fatti non è così. C’è una carenza di commesse ma stiamo valutando la questione sindacalmente. Non neghiamo che lo spauracchio della decisione drastica c’è da tempo proprio per la crisi. Siamo vigili e attendiamo i referenti”. Come si diceva, sono 55 i lavoratori dello stabilimento di Via delle Industrie(in quello di Ragusa sono 76), ma altri 30 operano nell’indotto e saranno anche loro interessati. “Sono state avviate le trattative – dice Paolo Aquila della Cgil Fillea -. L’azienda ci deve comunicare ufficialmente come intende agire per evitare la chiusura, magari mettendo in campo una serie di iniziative. Occorre valutare come saranno applicati gli ammortizzatori sociali. Noi chiediamo, eventualmente, l’adozione del Contratto di Solidarietà Difensivo, con retribuzioni che non offendano i lavoratori”. Venerdì prossimo sarà a Modica il capo del personale che incontrerà le organizzazioni sindacali di categoria. “L’incontro – conclude Lalle Spadaccino della Uil Feneal – servirà a delineare le modalità della cassa integrazione. Ascolteremo motivazioni e programma dell’azienda e quindi valuteremo il da farsi. Siamo molto vigili”. La cassa integrazione, che già è stata adottata in passato a rotazione, comporterà di riflesso gravi danni all’economia. Alcuni anni fa l’azienda ha provveduto ad ampliare il forno di Ragusa. Lo stabilimento di Modica, rimasto invariato a parte installazione di filtri per evitare la fuoriuscita di polveri) si trova a pochissimi chilometri(siamo nell’abito dei due chilometri)dal Porto di Pozzallo e, quindi, in una posizione strategica.

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