Pozzallo, l’esperienza toccante tra i migranti minori non accompagnati

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“Ci siamo sentiti proprio due minuti fa, sta bene e vorrebbe rivederci”. Così la pozzallese Colombo ha iniziato a raccontare la sua esperienza con uno dei due giovani minori accolti la scorsa estate nel corso dell’incontro “Un mare di bambini”, svoltosi a Pozzallo  presso lo spazio cultura Meno Assenza. Un’esperienza toccante, che è andata oltre i dati tecnici snocciolati ieri da tanti esperti con professionalità diverse,

intenti nel quotidiano a gestire la problematica del porto. Dal medico del porto di Pozzallo, Morello, ai medici Montaldo Scarso, Lauretta per l’emergenza sbarchi e Scarso Presenti anche Pelloso dell’associazione Africa Rafiki, Caselli responsabile del reparto pediatria presso il nosocomio Paternò Arezzo con il responsabile del reparto Neonatologia Giaccone, con il direttore generale Asp Ragusa Aricò. Parole dritte al cuore che sintetizzano il dolore vissuto da molti di questi giovani minori, il bisogno di sentirsi accolti, di avere una vita nuova fatta di cure ed affetto. “Non si è trattato di un vero affido, ogni pomeriggio in spiaggia li abbiamo attesi e passavamo le sere insieme- continua la Colombo- in due soprattutto, tra cinque giovani, si sono affezionati a noi. Giocavano con noi, gli abbiamo dato abiti e gli compravamo la merenda, il gelato sino a portarli con noi a mangiare la pizza per poi riaccompagnarli. Uno si chiama Sala, ed ora è a Sciacca, e l’altro Modou è a Trento. Hanno 16 e 15 anni, e provengono dalla Nigeria, sono partiti entrambi in cerca di lavoro essendo i figli più grandi. La storia di Modou ci ha commosso. Non c’è l’ha raccontata lui, ma un suo amico. I suoi genitori sono stati uccisi in guerra quando lui aveva 6 anni e da allora lui non ha più parlato. E’ venuto in Italia in cerca di lavoro insieme al figlio maggiore di una famiglia che lo ha adottato, ma questo suo unico “parente” è morto annegato nel viaggio. Era solo ed ha iniziato a parlare solo con noi, dopo una settimana. Si sentiva che avevano bisogno di affetto, delle piccole attenzioni che un ragazzo della loro età cerca dai familiari. Li contatto ogni settimana e mando loro dei pacchi con biscotti e tanto altro.” E come Modou e Sala oggi al centro ci sono ancora altri minori in attesa di trovare sistemazione nelle varie comunità. In attesa di momenti felici. “Oggi i 16 dello scorso sbarco passato sono partiti distribuiti tra Scicli e una nuova cooperativa vicino Chiaramonte- ha spiegato l’assistente sociale del centro Cpsa, Assenza- gli altri in 45 del nuovo sbarco sono in attesa. Sono piccoli tra dieci e dodici anni. Gli operatori li fanno giocare all’interno della struttura nell’ala minore, gli fanno fare dei lavoretti di pittura, delle lezioni di italiano, tutto per tempi brevi in attesa che vengano affidati. ” Ragazzini sono soli su cui molto spesso grava il peso di mantenere a distanza la famiglia. Un peso troppo grande, spesso aggravato da storie di vita difficili dalle tragiche sfumature.

Nella foto da sx  Giugno, Assenza, Colombo, Montaldo. Lauretta. Pellosio,  Morello, Giaccone Ammatuna, Agosta, Romagnoli, Caselli, Aricò, Scarso

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