Pozzallo, sbarcano in 128. Fermati i presunti scafisti. Entrambi 19enni

foto sbarco del  07.07.2011

Ieri pomeriggio a Pozzallo sono sbarcati 128 persone, salvate poche ore prima a largo delle coste libiche in quanto a bordo di un gommone in pessime condizioni.
Le indagini hanno permesso alla Polizia di fermare due scafisti, Lamin Manneh, 19 anni, del Gambia, e Lamine Diouf, nato Senegalese, 19 anni. La nave della Marina Militare Italiana “Cigala Fulgosi” aveva rintracciato un gommone di colore grigio di circa 12 metri con a bordo numerosi migranti tutti di nazionalità centro africana.

L’unità navale veniva raggiunta dalla nave di Medici senza Frontiere “Dignity 1” che prendeva a bordo tutti i 128 migranti di varie nazionalità (Gambia, Mali, Senegal, Nigeria) e che faceva rotta verso il porto di Pozzallo. A distanza di meno di 8 ore, gli scafisti sono stati individuati e condotti in carcere a Ragusa. Polizia, carabinieri e guardia di finanza hanno raggiunto l’obiettivo nonostante abbiano dovuto accertare le cause delle riportate ferite di uno dei migranti. Inizialmente i medici credevano fossero ferite d’arma da fuoco ma al pronto soccorso è stato accertato che erano lievi escoriazioni risalenti a circa un mese prima che si erano mal cicatrizzate per le pessime condizioni igieniche.
Sin da subito uno degli interpreti ha riconosciuto nel gruppo qualche connazionale ed è bastato poco per convincerli a testimoniare. Poliziotti e interpreti, l’uno a fianco a l’altro hanno scacciato via le paure dei migranti di testimoniare contro alcuni connazionali.
Dopo aver raccolto le testimonianze e quindi dopo aver raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico dei due scafisti, la Polizia sottoponeva a fermo due giovani centro africani.
Le testimonianze hanno permesso di descrivere benissimo il ruolo di ognuno di loro, vi era chi stava al timone e chi alla bussola, con brevi periodi di alternanza.
Appena in acque internazionali, il timoniere ha effettuato la chiamata di soccorso comunicando le coordinate gps e poi ha gettato in mare il telefono satellitare.
Dopo non restava che aspettare i soccorsi per giungere in Italia e così dopo 6 ore sono arrivati a salvarli.
Adesso dovranno rispondere del grave reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e si trovano in carcere a Ragusa.

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