Il problema non è Torchi, Buscema o Abbate. L’introspezione di Carmelo Modica

carmelo modica

Il problema non è Torchi Buscema o Abbate.
Qualsiasi competizione determina nel suo realizzarsi delle gerarchie che sono il frutto di intelligenza, di determinazione di efficace sfruttamento delle proprie risorse che per una Comunità sono umane, territoriali e geopolitiche. La Comunità modicana si è presentata all’appuntamento con l’unità d’Italia in posizioni di indiscusso ed indiscutibile primato in quell’area che verrà consegnata alla storia come “Contea di Modica”.

Diciamo consegnata alla storia nel suo significato letterale perché negli anni ’20, nel giro di pochissimi anni, secoli di storia vengono annientati da una proditoria, incivile ed ingiusta azione politica che la priva di tale primato sostituendo, nella istituzione della provincia di Ragusa, secoli di storia con la forza bruta. La storia ci dice che Modica dovette subire, così, il sorpasso di una Ragusa che aveva assunto una forte dose di doping con il consenso del direttore di gara; la storia successiva ci dice però che Modica in quel periodo aveva concluso il suo ciclo con una classe politica insignificante, vile e mediocre. La storia successiva ci dice anche che se Ragusa scippò a Modica il capoluogo di provincia nel 1927, adesso, 2015, non si può non affermare che se lo è meritato è sufficiente farsi una passeggiata a marina di Ragusa Ibla e Ragusa centro per rendersi conto che quella che all’inizio si manifestò solo come atto di arroganza manifesta segni di un pensarla alla grande. Di contro è sufficiente farsi un giro nelle strade di Marina di Modica o quelle di Modica per rendersi conto che la mediocrità della classe politica modicana non fu un accidente della storia in quegli anni ’20 ma il manifestarsi di una condizione che sarebbe peggiorata nel tempo fino ai nostri giorni.

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