Lettera aperta dell’ Ascom di Modica alla città: “E’ il momento di uno scatto d’orgoglio per costruire tutti assieme un ambizioso futuro”

giorgio moncada

Il presidente della sezione Ascom di Modica, Giorgio Moncada, dopo un confronto serrato con il direttivo su temi di scottante attualità che coinvolgono la categoria, ha deciso, d’accordo con i componenti dell’organismo di vertice, di predisporre una lettera aperta rivolta alle istituzioni, alla politica e a tutte le organizzazioni rappresentative presenti sul territorio comunale. Una occasione di riflessione proposta alla città con l’auspicio che possa essere avviato un dibattito produttivo e conducente al raggiungimento di obiettivi concreti e di alto livello.

“Molto spesso, come categoria – scrive Moncada nella lettera aperta – veniamo coinvolti in discussioni complesse che vengono liquidate con accenni parziali e spesse volte con giudizi superficiali. Nella sua storia recente Modica ha vissuto accompagnata da gloriosi destini, placida ed appagata ma pur sempre nel protagonismo socioeconomico invidiato da altre realtà molto più centrali e infrastrutturalmente più competitive. Il refrain è stato sempre lo stesso. Quale vocazione la città deve intraprendere oltrepassando la gestione del potere, della politica, del presente, delle Amministrazioni che la governano?”.
“Il punto – continua Moncada – è proprio questo. Da quella che appare come un’apparente debolezza (la mancanza di una marcata identità comunitaria e di una attiva compartecipazione di cittadini al dibattito) l’opportunità di mutarsi in formidabile risorsa. L’intervento in parola ambisce ad un progetto di collettività. Chiediamo, infatti, alla città di divenire motore di un progetto politico-culturale cittadino; di fornire un’indicazione di rotta che si concretizzi nella creazione di tanti soggetti, espressione del mondo della cultura e delle istituzioni culturali, dell’Università e delle imprese, della società civile. Un nuovo motore insomma, promotore di iniziative miranti a far diventare Modica quella sede di dialogo interculturale, di fascino barocco, di storia, di ordine”. “L’obiettivo – spiega ancora il presidente Moncada – è quello di costruire un virtuoso intreccio tra risorse locali e prospettive globali, tra competenze del passato e risorse del futuro. Facendo ciò, porteremo un tassello importante al lavoro di tessitura fra esigenze di sviluppo economico e necessità di coesione sociale. Imboccando questa strada che coniuga dialogo culturale, integrazione imprenditoriale e creazione culturale, Modica potrà ridisegnare se stessa, il suo sviluppo. Il bisogno di questa apertura è crescente. La nostra categoria è sul “fronte”, in prima linea, cioè, capace di intercettare tutto ciò che accade in una comunità. Di questa ne avverte le speranze e le illusioni, gli stati d’animo fino ad arrivare a sentirne le singole problematiche. Per evitare il rischio di scivolare nell’anomia in agguato, auspichiamo quindi che tutti gli attori della vita culturale – ma anche economica e politica – della città si uniscano per definire e sostenere un grande progetto comune; un progetto finalizzato ad aprire la città al mondo, per “dare” ma anche per “ricevere”. Questo presupposto sarà il compito di chi desidera “programmare” il futuro – non limitandosi alla “gestione” del presente –accompagnato dall’umiltà di assecondare certi processi o di non ostacolarne altri. Uno scatto d’orgoglio della comunità per favorire un dialogo con le forze intellettuali oggi relegate ad esprimere non pensieri composti ma cinguettii elettronici. E questo metodo di approccio “pianificato e programmato”, come insegnano nella scuole di formazione imprenditoriale presenti nella nostra comunità, può e deve partire dalle piccole cose fino ad arrivare alle scelte che impattano in maniera più determinante nel futuro della nostra comunità. Oggi, per esempio, cambiare senso di marcia ad una strada diventa “idea capriccio” sia da parte di chi in quel momento “decide” sia da parte di chi in quel momento “subisce”. Poi le cose cambiano, i ruoli si invertono e le “idee capriccio” si ribaltano. Ma rimangono sempre e solo “idee capriccio”. Liberarsi da questa logica significa costringere tutti gli attori a “pensare”, “progettare”, ad avere una visione di quello che stiamo andando a fare. Riteniamo, cioè, che sia necessario aprire un grande dibattito cittadino per individuare un terreno d’azione comune, ricercando quello scatto d’orgoglio generale collettivo che risiede in ciascun modicano. E come concretizzare e dare corpo a questo scatto d’orgoglio? Riconoscendo alla cultura un ruolo cruciale quale forza trainante di quel nuovo processo di civilizzazione. Una cultura, però, che non può essere circoscritta alle arti e alla letteratura, ma che deve inglobare i più diversi aspetti della vita di una comunità (spirituali, istituzionali, materiali, intellettuali ed emotivi). In questo senso noi crediamo fermamente nel ruolo della cultura quale motore per l’edificazione di un consapevole progetto di ri-definizione identitaria della cittadinanza. Nella completa valorizzazione del patrimonio esistente e nella produzione di nuova cultura economica e di sviluppo, di opportunità e di possibili modelli innovativi, questa comunità si doterà di un futuro”.
“Dal canto nostro – conclude la lettera aperta – questo processo lo abbiamo iniziato e porteremo alla discussione collettiva un’altra parte di città da “donare” alla relazione: discuteremo della chiusura al traffico di un’altra “piazza”, di un’altra “Agorà” e, nell’ottica di quanto sopra, desideriamo portare alla riflessione comune un modello di interazione, della fattibilità, delle conseguenze, delle opportunità e di quant’altro possa esserci utile per passare da un’”idea capriccio” ad un’”idea progetto”. Stiamo lavorando, insieme a sindacati e forze politiche, per proporre un’idea di commercio e di gestione dei rapporti di lavoro più consone alle mutate esigenze. Ma allo stesso modo il nostro sforzo è rivolto anche al nostro interno e lavorare alla continua e proficua formazione dei nostri associati, sia sotto l’aspetto tecnico ma anche e soprattutto per quanto riguarda l’aspetto imprenditoriale. L’invito, dunque, è rivolto a quanti credono in questo scatto d’orgoglio, senza titubanze ma con coraggio, e che sono in grado di partecipare attivamente a questo progetto di contaminazione identitaria e culturale che possa dotare Modica di un futuro, quella Modica dai sapori piccanti e dalle melodie differenti”.

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