Vittoria, garage trasformato in laboratorio per la droga. Condannato muratore

tribunale

Tre anni e otto mesi di reclusione, col rito abbreviato, è la condanna inflitta dal Gup di Ragusa, Giovanni Giampiccolo, al vittoriese Salvatore Salice, che  il 22 maggio scorso era stato arrestai quando i carabinieri, avendo notato l’uomo accedere per l’ennesima volta in un garage, decidevano d’intervenire facendo irruzione nel locale che, a prima vista, sembrava essere un comune deposito di materiali per l’edilizia, circostanza questa che, apparentemente, poteva non destare alcun sospetto, considerato anche che il soggetto ufficialmente svolge la professione di muratore.

I Carabinieri decidevano però di approfondire gli accertamenti e i loro sospetti si rilevano esatti poiché, in un secchio occultato sotto un motozappa, veniva rinvenuta   cocaina e tutto l’occorrente per preparare le dosi da immettere sul mercato, ossia buste di cellophane ritagliate in piccoli pezzi di forma rotonda, per confezionare le singole dosi, dei coltelli per suddividere la sostanza e setacci di varie dimensioni per polverizzare la sostanza stupefacente. Infatti se undici dosi erano già state preparate in confezioni termosaldate, che consentono di non disperdere la sostanza e, quindi, erano già pronte per essere smerciate, vi era un quantitativo di 60 grammi di cocaina che era ancora sotto forma di pietra e che quindi richiedeva un certo processo di lavorazione per essere ridotto in polvere e poi suddiviso in singole dosi. Da notare che era stata usata anche l’accortezza di custodire lo stupefacente in un barattolo di vetro riempito di riso, che ha la caratteristica di assorbire l’umidità che, se venisse a contatto con lo stupefacente, potrebbe alterarne la purezza e la qualità, rendendo più difficile la commercializzazione o, quantomeno, facendogli perdere parte del suo valore di mercato.

Quello che sembrava un normale deposito di mezzi e attrezzature da lavoro si è rivelato quindi essere un laboratorio per confezionare e occultare dosi di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Le indagini adesso proseguiranno per individuare la provenienza dello stupefacente, individuare gli altri soggetti coinvolti nell’illecita attività accertata e verificare quanta altra sostanza era già immessa sul mercato.

Salvatore Salice, difeso dall’avvocato Daniele Scrofani,  era stato associato presso la sua abitazione in regime di arresti domiciliari. Il pubblico ministero, Gaetano Scollo, aveva chiesto la condanna a tre anni.

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