Ragusa, vertenza Versalis. I sindacati: “Un fondo d’investimento estero è tutto da rivedere”

versalis

Il piano di Eni per la cessione della chimica a un fondo d’investimento estero è tutto da rivedere. sarebbe impensabile un assetto industriale nazionale senza Versalis.
È questo, in sintesi, il commento delle segreterie territoriali di Filctem, Femca e Uiltec al termine dell’assemblea dei lavoratori Versalis, convocata con due ore di sciopero per il solo personale giornaliero, tenutasi il 20 novembre nei locali dello stabilimento di Ragusa con il supporto della RSU.
Le segreterie hanno informato i lavoratori della volontà di eni di cedere una quota importante della proprietà di Versalis,

il 70% del pacchetto azionario, a un fondo d’investimento straniero che dovrebbe garantire assetti occupazionali e produttivi, oltre agli investimenti in progetto, per la propria controllata.
«Una sorta di exit strategy dalla chimica italiana, da parte di Eni, per potersi dedicare agli affari del petrolio e gas estratto e prodotto all’estero – dicono Filippo Scollo, Giorgio Saggese e Giuseppe Scarpata . Un vero e proprio progetto di fuga dal territorio nazionale, per il cane a sei zampe, mascherato, però, dalla ricerca di un socio per Versalis. Un piano che non convince il sindacato. Un programma, dunque, da respingere senza alcun indugio: non c’è garanzia per la continuità
occupazionale e produttiva degli stabilimenti italiani, siciliani. Del resto, parlare di “clausola di salvaguardia” la dice lunga sul rischio che l’operazione di vendita a un fondo monetario comporta. Fortemente compromesse sarebbero, infatti, all’indomani della vendita di Versalis e alla conseguente uscita di eni dal governo della società, in assenza di investimenti, le produzioni di Ragusa. Così come il ritorno alla chimica di base e la retrocessione sui progetti “Green” riscriverebbe in un sol colpo tutti i piani industriali del downstream di eni, un asset che include, oltre la chimica, anche la raffinazione. Di conseguenza il progetto di riconversione dello stabilimento di Priolo e della raffineria di Gela sarebbe annullato. In Sicilia, eni, solo per il downstream, chimica e raffinazione, impiega 2.100 addetti. Almeno 3.000 sono, invece, i lavoratori dell’indotto che per il tramite di appalti prestano servizi agli stabilimenti siciliani».

Alta adesione allo sciopero indetto da Filctem, Femca e Uiltec. Forte è,infatti, la preoccupazione dei lavoratori dello stabilimento di Ragusa che, nonostante tutto e in un clima di assoluta incertezza per il loro futuro, stanno tuttavia assicurando con l’impegno e l’altissima professionalità di sempre i loro doveri per il mantenimento del ciclo produttivo.

Il 5 dicembre, intanto, ci sarà l’assemblea nazionale dei delegati eni alla presenza dei segretari nazionali di categoria e di CGIL, CISL e UIL, Susanna Camuso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. L’invito alla partecipazione è esteso anche alle forze politiche e ai sindaci dei territori in cui insiste la presenza di Versalis. L’obiettivo è quello di unire le forze con l’intento di far cambiare idea al Governo sulla vendita della chimica di Versalis che metterebbe seriamente a rischio la presenza industriale del gruppo eni in Italia.

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