Stato indegno del Castello di Donnafugata, il consigliere D’Asta attacca: “Le affermazioni dell’assessore Martorana solo bugie”

Castello di Donnafugata incuria 16

“Detto, fatto. Ho annunciato che, dopo le foto postate su Facebook e consegnate al presidente del Consiglio sul degrado del castello di Donnafugata, mi sarei recato al castello stesso e l’ho fatto. Se la sicumera e la vanagloria dell’assessore al Turismo di Ragusa Stefano Martorana fossero quelle di cambiare la realtà dei fatti con delle semplici foto datate, postate sul suo profilo di Facebook, allora il nostro plauso convinto andrebbe all’assessore alle Politiche turistiche. La realtà, però, è ben altra cosa”.

Lo dichiara il consigliere comunale del Pd Mario D’Asta, dopo la visita, domenica scorsa, al castello di Donnafugata, visita che ha prodotto una eloquente serie di foto che fanno una radiografia delle condizioni in cui versa il castello stesso. “Non occorre essere degli esperti, o tecnici, o assessori, per rendersi conto del degrado in cui versa uno dei nostri monumenti più importanti. Se è vero, come ha dichiarato in conferenza stampa l’assessore, che ben 75.000 mila persone hanno visitato il castello – dice D’Asta – mi rendo conto del danno di immagine che questa Amministrazione ha arrecato a Ragusa. Basta andare al castello per toccare con mano lo scempio che la Giunta di Federico Piccitto, con l’assessore al Turismo Stefano Martorana, ha compiuto. Basta farsi un giro tra le stanze del maniero e nel parco per sbugiardare, una ad una, tutte le dichiarazioni dell’assessore. Innanzitutto è falsa la sua dichiarazione secondo la quale nessuna Amministrazione del passato si sia spesa per il castello di Donnafugata. Fu la Giunta Chessari, ma questa è storia, che, negli anni Novanta, lo acquistò dai privati, per sottrarlo al degrado e donarlo alla pubblica collettività, sottraendolo pertanto alle grinfie di interessi economici privati. Dopo Chessari, tutti i suoi successori di diversi colori politici, lavorarono per concretizzare il suo disegno e così, nel 2001, il restauro fu completo”.
“Ma questo – ironizza Mario D’Asta – Martorana lo dovrebbe sapere, forse. Si vanta di aver fatto rifare il prospetto principale, forse era meglio lasciarlo com’era, visto che il suo intervento ha donato alla cittadinanza ragusana un castello bicolore. Un po’ giallino nel prospetto inferiore ed un po’ rosella nel prospetto superiore. E’ una sua personalissima scelta stilistica? Almeno si è chiesto perché è stato fatto così? Ma ancora – continua Mario D’Asta – l’assessore al Turismo, munito di foto datate, vanta le condizioni perfette del parco. Peccato che non sia mai stato così. Neanche adesso. Ognuno può andare a constatare di persona. Premesso che la manutenzione del verde del parco spetta al Comune, Martorana ha parlato anche, per giustificare il suo operato al castello, dei lavoretti compiuti: fiori e scerbatura nella collinetta.
Dunque ordinaria manutenzione, che portano avanti gli uffici del verde pubblico, in ogni caso, anche senza assessori, per un principio di continuità amministrativa. Infatti, come mi dicono gli uffici comunali, quelle foto datate risalgono a due anni fa. Oggi, infatti, è tutto un trionfo di erbacce spontanee. Per la prossima volta, “niente fiori ma opere di bene…”.
“Stendiamo un velo pietoso, poi – dice ancora D’Asta – sullo stato in cui versano le varie stanze del castello, viste quest’anno, lo ricordiamo, da ben 75.000 persone: carta da parati divelta, muffa ovunque, muri aggrediti dall’umidità che sale e che scende ed affreschi con disegni che rischiano di essere perduti per sempre. Purtroppo, lo diciamo con grande amarezza. Questo non è un castello che conserva una memoria antica di ciò che fu, ma potrebbe assomigliare, paradossalmente, ad un castello degli orrori”.
“A questo punto le cose sono due – sentenzia Mario D’Asta -: o Stefano Martorana mente sapendo di mentire o non va al castello da anni. Voglio pensare, impegnandomi, che sia la seconda e questo è grave per un assessore. In entrambi i casi, è presto detto che ciò non depone affatto per l’immagine che dovrebbe dare un assessore al Turismo di una importante città come Ragusa, città patrimonio dell’Unesco”.
“Il turismo, come stiamo imparando a nostre spese – prosegue il consigliere del Pd – non è una materia che Martorana conosce e padroneggia. Confidavamo nell’esperto, l’ennesimo che si somma ai tanti altri, venuto addirittura da Palermo, per salvare le sorti del nostro turismo, e voluta a tutti i costi dall’Amministrazione Piccitto. Altra nota dolente. Non solo per come fu selezionata l’ esperta, scelta tra un novero di candidati: si ignorarono allora tutti i criteri di imparzialità, trasparenza e legalità, poiché la commissione giudicatrice era presieduta dal sindaco. Medesima prassi di poca trasparenza, che ritroviamo pari pari nel caso Campo, povero assessore, licenziata per un articolo di giornale, i cui fatti sono oggi oggetto di valutazione della commissione Trasparenza. Sempre di più dubitiamo sulle reali competenze dell’ esperta al turismo, come già ho avuto modo di dimostrare nella mia interrogazione di qualche giorno fa. Oggi farei una domanda semplice a Stefano Martorana, a Ornella Tuzzolino e ai grillini tutti: perché non è stata suggerita l’installazione, su tutto il territorio comunale, ma anche all’aeroporto di Comiso, della segnaletica relativa al castello? I turisti, infatti, sono costretti a chiedere informazioni ai proprietari delle strutture ricettive, disorientati anch’essi”.
“La giunta di Piccitto si era presentata e proposta ai cittadini ragusani – continua D’Asta – come la panacea di tutti i mali ragusani, come supereroi che avrebbero superato ogni ostacolo. Bene, non è stato cosi. Non è così, non sarà così. Infatti alla prova del governo della città, tutte le inerzie, le inefficienze e le lungaggini amministrative tipiche del passato sono riemerse anche con i grillini. Il vezzo tipico dei grillini é di criticare il passato, è facile, troppo facile, ma se non lo hanno capito ancora stanno governando loro. Qui adesso a Ragusa. E i cittadini ragusani questo lo sanno da due anni e mezzo, ovvero metà legislatura.  Rimpallare le responsabilità sul passato, e ancora sul passato, è una pratica ormai stanca e ritrita. Un refrain da disco incantato. É inutile scaricare responsabilità sempre sugli altri, o sulla Sovrintendenza di Ragusa, lavandosene le mani. Sono loro che governano e loro che devono segnalare, a tempo debito, lo stato dei luoghi, e del degrado alla Sovrintendenza, imponendo, ove possibile, di recuperare un bene, che continuando di questo passo, rischia di perdere tutti gli affreschi ed i disegni alle pareti, compromettendo l’immagine del Castello stesso per sempre. Mi auguro che l’Amministrazione di Federico Piccitto abbia inoltrato segnalazioni alla Sovrintendenza sullo stato di degrado del Castello di Donnafugata. Come anche, evidenziato dalle numerose recensioni sul famoso portale turistico Tripadvisor, di persone che hanno recentemente visitato il castello. Questa Amministrazione, ad oggi, non può essere ricordata da nessuno per qualche idea o progetto. Ancor meno per la capacità di programmare, tutelare, rilanciare. In una sola parola: amministrare. Sarà, invece, ricordata per aver abbandonato il maniero di Donnafugata a se stesso. Proprio per questo, e perché voglio bene alla mia città, presenterò, nel primo Consiglio comunale utile un’interrogazione, quanto più dettagliata possibile, sul castello di Donnafugata, tramite le informazioni che ho raccolto. Non è ammissibile né tollerabile, per un territorio che vuol vivere, anche e soprattutto di turismo, trattare con tanto menefreghismo, pressapochismo e non dicendo la verità, un bene monumentale così prezioso della nostra città di Ragusa”.

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