Consiglio Comunale di Modica. Piano di riequilibrio finanziario a confronto. Oltre ai rilievi anche le proposte per superare le prescrizioni della Corte dei Conti.

consiglio comunale modica

Tre ore di dibattito hanno caratterizzato la seduta del consiglio comunale di Modica interamente dedicata alle riflessioni, tecniche e politiche, sul piano di riequilibrio finanziario approvato con prescrizioni dalla Corte dei Conti con delibera n° 311/2015 del 7 ottobre scorso.  Alla discussione ha dato il suo contributo, il collegio dei revisori dei conti che, attraverso l’intervento del presidente Anna Maria Aiello, ha fatto una disamina ampia sui punti di crisi del piano e sulle ipotesi per superarli.
In questo senso il confronto tra maggioranza e opposizione e quello finale dell’amministrazione, con la replica del sindaco Ignazio Abbate, ha fornito una serie di riferimenti sui quali poter incidere lavorare per uscire in modo definitivo dallo stato di crisi, come ha ammesso l’assessore al Bilancio, Enzo Giannone, in cui continua a versare l’ente nonostante alcuni parametri e indicatori economici sono in controtendenza rispetto a un recente passato e quindi in fase di miglioramento.
Presenti ventidue consiglieri, la seduta si apre con una comunicazione del Presidente Garaffa che informa che entro mercoledì due dicembre p.v. va presentata la comunicazione, da parte dei consiglieri, di compatibilità o meno per la trattazione del piano spiaggia.
Il consigliere Vito D’Antona chiede se si può discutere la sua interrogazione urgente sull’orto del piombo che vuole evitare che diventi un luogo commerciale in un contesto architettonico che è patrimonio dell’Umanità. Uno scempio che bisogna evitare visto che prevede l’installazione di dodici cartelloni. La questione è urgente perché oggi è scaduto il termine per la domanda di partecipazione.
Il consigliere Carmelo Cerruto dichiara che il suo gruppo farà le barricate se si persegue questa scelta e chiede le dimissioni dell’assessore all’urbanistica perché sono argomenti che non dovrebbero arrivare in consiglio.
Il sindaco Abbate, nella risposta, rivendica la bonifica del luogo dopo averlo trovato distrutto.
Dopo aver dotato l’Orto del Piombo degli arredi da giardino necessita, adesso, di una custodia.
Alcuni commercianti hanno dimostrato l’interesse per fruirne. I progetti saranno valutati, andranno alla soprintendenza e altri enti dovranno esprimersi.
E’ indubbio che sia un’area che va fruita; l’amministrazione ogni quindici giorni cura la manutenzione e non c’è alcuna attenzione di deturpare il sito, quindi non ci sono pericoli per la cartellonistica.
A D’Antona ricorda che non ha mai letto una sua interrogazione sull’Orto del Piombo negli anni passati e se ne accorge solo adesso.
Il consigliere Vito D’Antona prende atto che il sindaco non vuole ritirare l’avviso.
Il presidente Garaffa introduce l’argomento posto all’ordine del giorno, ovvero il Piano di riequilibrio così come approvato dalla Corte dei Conti con una serie di prescrizioni che l’ente deve superare con alcune azioni mirate.
L’assessore al Bilancio, Enzo Giannone, cita la delibera e l’istruttoria che hanno preceduto l’approvazione del piano con delibera del magistrato contabile n. 311/2015 emanata il 7 ottobre u.s.
Dichiara che nell’approvazione del piano l’amministrazione crede rispetto a chi aveva dichiarato sulla stampa che il comune era già in dissesto.
L’assessore Giannone non nasconde le criticità. La lentezza delle riscossioni , debiti fuori bilancio, le società partecipate e i fondi vincolati. L’amministrazione ha sostenuto il piano con alcune misure già avviate come il prepensionamento dei dipendenti che libera risorse importati.
Sui punti di crisi cita una sentenza 354 del 2012 della Corte dei Conti che dimostra come i problemi emersi sono atavici che già stimava il comune in pre dissesto.
Oggi il comune non è ancora uscito dal tunnel e alcuni punti di crisi esistono. Tre anni fa era buio pesto. Oggi si registrano miglioramenti nel quadro economico finanziario. C’è un’inversione di tendenza nel disavanzo che è notevolmente diminuito.
Nel 2010 i residui attivi erano di 12omilioni e nel 2014 erano 97 milioni di euro. Si è fatta pulizia, com’è ovvio. Gli avvisi di accertamento sono stati fatti avendo il titolo e non sono stati ipotizzati quelli senza. Nei prossimi mesi si vedranno i risultati.
Sul mancato rispetto del patto di stabilità. Se non ci fosse stata la sentenza della Corte Costituzionale che ha evitato una multa di cinque milioni di euro, oggi ci sarebbe già in dissesto.
Siamo sempre in una condizione deficitaria ma è indubbio che gli indici e i parametri siano migliorati, vedi le spese del personale, l’assenza del costo di azioni legali e dei pignoramenti grazie all’intervento del DL 35 . Oggi l’amministrazione ha attivato la riscossione coattiva atteso che i trasferimenti di Stato e Regione sono notevolmente diminuiti. Lo stato nel 2012 trasferiva dodici milioni di euro, oggi solo sei milioni. L’unico mezzo finanziario di sostegno è la riscossione delle tasse.
Altri punti nella sentenza delle Corte dei Conti sono quello di sapere la consistenza del debito che è stato reso noto.
Le società partecipate, altro punto critico emerso, e in particolare sulla Modica Multiservizi.
La Corte dei Conti è stata rassicurata dal fatto che i servizi saranno esternalizzati con passaggio dei dipendenti.
Sull’anticipazione di cassa la Corte dei Conti ha chiesto il ripristino delle somme vincolate e mai nessuna comunicazione dell’amministrazione è stata data alla banca per il loro utilizzo.
Il fondo al 31 dicembre 2014 era di 11.554.000,00 di euro; significa che dieci milioni di euro, dei ventuno esistenti, erano stati utilizzati per pagare i debiti.
Se non ci fossero stati i fondi del DL 35, il comune avrebbe operato un’anticipazione di cassa pari a dieci milioni di euro; rimane fermo il fatto che le somme vincolate vanno ricostruite.
Il presidente Garaffa chiede all’amministrazione quali saranno le operazioni che saranno messe in atto per soddisfare i rilievi della Corte dei Conti ed evitare il dissesto.
Il presidente dei revisori dei conti, Anna Maria Aiello, valuta che più che fare comparazioni con gli anni precedenti è più opportuno guardare avanti. Il piano, infatti, va adeguato e aggiornato agli sviluppi di questi mesi.
I profili di criticità non risolti, come disavanzo, i debiti, quelli con gli organismi partecipati, fondo di svalutazioni crediti che risalgono al 2012 e sono presenti ancora oggi.
Valuta impossibile che nell’agosto scorso e nella ristrettezza dei tempi potesse uscire un documento unico, a firma cioè dei revisori e dell’amministrazione. Quindi c’è stata una proposta separata; l’amministrazione comunale ha fornito la sua relazione al collegio l’ 8 settembre alle 15.00 giorno in cui andava presentata la relazione, quindi a tempo ormai scaduto.
La Corte dei Conti manda adesso delle prescrizioni ben precise. Su alcuni aspetti contabili valuta che alcuni risultati sono confusi; le valutazioni, sottolinea il presidente del collegio, sono scaturite dalla documentazione resa dall’ufficio e su questa si è lavorato. C’erano alcune situazioni da chiudere e la Corte dei Conti l’ha interpretato come un atteggiamento teso a non dare risposte. L’amministrazione ha presentato due memorie alla magistratura contabile; è chiaro che i dati divergono con quelle del collegio.
I dati dei revisori dei conti sono frutto del momento in cui viene fatta l’analisi dei numeri. La valutazione storica è un dato preciso ma poi cambia, così com’è mutata nel tempo intercorso tra le due relazioni presentate dall’amministrazione.
Gli elementi di criticità così come stati segnalati e il modo per risolverli sono premesse per riportare il piano nelle giuste condizioni per poter andare avanti.
Necessario il riaccertamento dei residui e dei debiti fuori bilancio in cui oggi non c’è un punto definitivo utile a comprenderne la piena consistenza.
Valuta pregiudiziale ricostituire la cassa, quindi salvaguardia degli equilibri di competenza, ovvero riscossione uguale a pagamenti. Si registra una gestione di cassa, 2014, che è in avanzo di poco superiore a undici milioni di euro perché non è stata utilizzata l’anticipazione di liquidità.
In assenza il Dl 35 si sarebbe proceduto a un’anticipazione di tesoreria.
Questa situazione non può perdurare. Quindi bisogna dotarsi della capacità di ricostruire le somme vincolate con il rischio di usare oggi l’anticipazione di tesoreria.
La spesa corrente dell’amministrazione è intorno ai 45 milioni di euro, che è il costo dei servizi essenziali. Questo significa che in equilibrio di cassa l’ente deve incassare 45 milioni di euro.
Cosa difficile.
Le deficitarietà strutturali riguardano la consistenza dei debiti fuori bilancio e l’anticipazione di tesoreria.
La Corte ritiene essenziale il riconoscimento di tutti i debiti fuori bilancio con deliberazione dell’organo consiliare con relativa copertura finanziaria. Questo è un atto che va fatto.
Sul fondo svalutazione crediti che è vincolato, altro punto critico, l’amministrazione deve procedere alla sua ricostruzione utile per fronteggiare i crediti inesigibili, ovvero quelli di emissione ultraquinquennale.
Nel 2012 e nel 2013 il fondo non è stato quantificato.
Altro punto in discussione è la velocità di riscossione dei tributi dove si registra una sofferenza che emerge nel corso degli anni dal 2012 al 2014. Quello delle entrate extratributarie deve essere attenzionato. Poi la spesa del personale e la dotazione organica.
Su questo l’amministrazione deve rivedere la dotazione e la spesa del personale. Gli organismi partecipati comportano per l’amministrazione impegni finanziari e la Corte dei Conti ha mosso rilievi in ordine al credito da loro vantato nei confronti dell’ente.
Il collegio dei revisori, per quanto detto, chiede all’amministrazione che quanto prima si possano elaborare punti comuni con relazione unica che deve portare all’inconfutabilità dei dati.
Alla chiusura di riaccertamento dei residui straordinari, con delibera di giunta e successivamente del consiglio comunale sulla copertura negli anni e in ordine del disavanzo tecnico si capirà quanto impatterà sul piano di equilibrio.
Il consigliere Ivana Castello apre il dibattito.
Registra che si è aumentata l’anticipazione di tesoreria passata a diciassette milioni di euro che hanno indebitato l’ente per fare fronte ai debiti. La situazione dell’ente è di gran lunga peggiorata rispetto a prima. Sul DL 35 il pagamento dei debiti va fatta entro un mese. Oggi non sono stati effettuati altri pagamenti e l’ente ha trattenuto le somme vincolate sul cui mancato utilizzo la Cassa fa pagare interessi che ogni anno sono crescenti.
Con le somme a disposizione non è stato pagato il debito con il comune di Scicli che sarà saldato nel tempo. Le somme del DL 35 servivano a quello. Si trattengono le somme per non pagare interessi. La Cassa depositi e prestiti ha scritto al sindaco dicendo che vuole indietro le somme che non sono state né utilizzate né restituite.
Non restituire i soldi è un reato. Se le somme fossero restituite domani, il conto andrebbe in negativo e questo costituirebbe un parametro deficitario.
Sulla capacità di realizzo dei residui ci sono partite che non si possono più recuperare. Necessario operare accertamenti coerenti con la realtà.
La Corte dei Conti rileva una scarsa capacità di riscossione, questo è nelle cose.
Il risultato sono due consuntivi drogati; la smetta l’amministrazione di fare giochetti contabili per andare avanti come quello di utilizzate i fondi vincolati per pagare gli stipendi.
L’ente è un Comune strutturalmente deficitario, malgrado quello che dice l’amministrazione.
Non pensiamo a feste e festini; qui c’è in gioco il futuro della città.
Il consigliere Vito D’Antona sostiene che l’assessore ha detto poche cose ma condivisibili come il fatto che non si è usciti dall’emergenza e la situazione rimane grave.
Probabilmente ci saranno in parte responsabilità di D’Antona e invita a leggere al sindaco gli atti da lui prodotti. Alcune situazioni sono state sottovalutate.
Ora occorre sapere dal sindaco se fa le stesse valutazioni dell’assessore atteso che la questione finanziaria per il primo cittadino non è in cima ai suoi pensieri.
Valuta che l’assessore stasera ha dato una svolta politica. La relazione dell’assessore è inadeguata sui rilievi della Corte dei Conti, non registra un approccio a una soluzione preferendo andare a valutazioni che riguardano anni precedenti. Qui bisogna sapere quali azioni metteranno in campo l’amministrazione per superare le prescrizioni. D’Antona specifica che è contento del fatto che la Corte dei Conti ha approvato il piano.
La fortuna del Comune di Modica fu la legge che introdusse i piani di equilibrio che la precedente amministrazione pose in essere. A Piano di equilibrio approvato adesso bisogna fronteggiare i punti di crisi emersi. Il servizio di ragioneria non può rimanere così. Non è umano che il segretario generale gestisca il servizio atteso, l’emergenza; il comune ha le risorse capaci in condizioni di dirigere l’ufficio.
Non è uno spettacolo edificante arrivare alla Corte dei Conti con relazioni separate e bisogna comunque riparare la disunità tra l’amministrazione e il collegio dei revisori dei conti.
Due punti pone come prioritari: superare le divisioni tra amministrazione comunale e collegio dei revisori e riorganizzazione dell’ufficio di ragioneria.
Ricorda i punti di crisi emersi nella delibera della Conte dei Conti. Sul piano della riscossione coattiva e sul recupero dell’evasione siano all’anno zero. La cassa è drogata perché si è fatto affidamento sul conto vincolato e l’amministrazione sostiene di non sapere niente. Quei fondi vanno però ripristinati. Necessario rimodulare il piano per superare le criticità. Sui debiti fuori bilancio si fanno ancora oggi impegni di spesa senza approvazione del bilancio. Gli atti d’indirizzo senza alcun impegno di spesa a bilancio futuro rischiano di diventare un debito fuori bilancio.
Il consigliere Vito D’Antona chiede come si intende rispondere entro il 31 dicembre 2015 alla Corte dei Conti perché il piano possa avere una sua congruità, come possa rispondere alla ricostruzione e agli equilibri di cassa e agli obblighi assunti. La Città ha delle risorse per uscire fuori dall’emergenza e sarebbe utile sapere qual’ è la strategia che l’amministrazione intende attuare.
Il consigliere Luigi Giarratana sostiene che è una grande fortuna per la città che il piano sia stato approvato, e questo prescinde da maggioranza e opposizione.
Bisogna adesso lavorare per affrontare e risolvere le criticità. L’anticipazione di cassa è alta perché sono diminuiti i trasferimenti. Sulle relazioni alla Corte dei Conti l’amministrazione ha inteso fare sentire la propria voce ma chiaramente è auspicabile una relazione unica con assonanza di valutazioni.
L’amministrazione ha dimostrato di saper lavorare.
Il consigliere Tato Cavallino ripropone con forza il vanto dell’approvazione del piano finanziario.
Da atto all’ex sindaco Antonello Buscema di avere iniziato una politica di risanamento finanziario in una situazione di autentico dissesto. Quel sindaco fece una scelta opposta non decidendo di fare il dissesto. Questo va a gratitudine anche dei revisori dei conti che fecero insieme un percorso con quell’amministrazione. Il merito va dato anche a quest’amministrazione che ha reimpostato un piano di equilibrio che è stato approvato disinnescando il pericolo del dissesto.
Oggi c’è una linea precisa dettata dal piano finanziario pluriennale pur alla presenza di criticità.
Invita il sindaco a rimodulare un nuovo programma e illustrarlo alla città alla luce del piano di equilibrio pluriennale. Bisogna da oggi spendere risorse per la riscossione dei tributi; non c’è alternativa rispetto al costo di 45 milioni di euro di spesa che deve sopportare l’ente. In questi due anni non c’è stata un’energica azione in questa direzione. Necessario individuare una Posizione organizzativa al settore ragioneria. Con il contributo di tutti ritiene che si possa superare la criticità emersa nella delibera della Corte dei Conti.
Il consigliere Carmelo Cerruto fa propri i punti salienti dell’intervento del consigliere Vito D’Antona e attende una risposta dall’amministrazione circa il modo di superere entro il 31 dicembre di quest’anno ai rilievi emersi.
Il sindaco, nella replica, sostiene che ha riferito in audizione sul piano alla Corte dei Conti per ridare un equilibrio attraverso documenti e numeri al fine di essere poi approvato.
La nuova norma degli accertamenti ha portato delle novità nella composizione del piano, anche se si prevede una norma che spalma in trent’anni il disavanzo tecnico rispetto ai dieci previsti oggi.
Quando la realtà dei residui si accomuna con le difficoltà di cassa nascono i problemi per gestire i servizi alla comunità. Ricorda che l’amministrazione ha avuto la possibilità di rimodulare il piano superando lo sforamento del patto di stabilità; sul riaccertamento che ha prodotto lo stesso sforamento e quindi la multa di 5 milioni di euro per fortuna non pagata per la sentenza della Corte Costituzionale.
Oggi si è fatto un accertamento vero, ovvero la ricerca di un titolo per poter avere la pretesa di pagare un tributo. In città c’è un 40 per cento che non intende pagare; nonostante tutto l’anno successivo possono pagare con un 3 per cento in più grazie all’autodenuncia. E’ un lavoro che ci ha consentito di avere i titoli per poter fare la riscossione coatta.
Per tutti quelli che non hanno chiesto la max rateizzazione, scatterà entro dicembre la riscossione coattiva che in tre / quattro anni dovrà portare i venti milioni di euro che serviranno a ricostruire l’anticipazione di cassa. Dalla maxi rateizzazione si attendono due milioni e mezzo di euro l’anno utili a colmare come extra la scopertura bancaria.
Non c’è un solo comune oggi che non abbia operato forti anticipazioni di cassa per i ritardi dei trasferimenti di Regione e Stato. Si chiede come si possa rispettare il bilancio armonizzato quando si registrano i ritardi. Le somme che rientreranno con l’esternalizzazione del servizio reso dalle partecipare saranno vincolate per pagare il debito con le società. Per i debiti fuori bilancio in sede di audizione, dopo decenni si è fatto un quadro delle passività e dei debiti fuori bilancio. Da qui al 2021 saranno ripianati. Per la ricostruzione dei fondi vincolati ritengo che la Corte dei Conti non abbia avuto le corrette informazioni. La parte inutilizzata del DL 35 è nel conto vincolato diciotto.
La PO deve assumersi la responsabilità dei debiti sino al 31 dicembre 2012 se devono essere pagati come esigibili, certi e liquidi e questo non dipende dall’amministrazione.
La legge di stabilità potrà portare delle novità sui piani atteso che il disavanzo tecnico potrà essere spalmato in trent’anni e non più in dieci anni.
Gli equilibri di cassa si ottengono se si ha l’introito puntuale dei tributi. L’amministrazione si sta organizzando in modo che il pagamento non possa essere fatto nell’anno successivo a quello di competenza. Quindi la riscossione va fatta nell’anno di competenza.
Poi valuta che trent’anni di criticità non possono essere risolte in due anni.
Le municipalizzate sono un peso che quest’amministrazione e quella precedente hanno subito. Non apprezza chi negli anni si è tirato indietro rispetto alle responsabilità rispetto a chi invece se l’è assunte. Disposto ad accreditare le proposte dell’opposizione se si muovono nell’interesse della città e di chi ci risiede.
L’amministrazione metterà in campo tutte le misure tecniche e finanziarie necessarie per superare le criticità emerse nella delibera della Corte dei Conti avendo la possibilità, oggi, di poter lavorare su dati certi.
Si conclude così il dibattito. La seduta è sciolta.

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