Il settore chimico in piena crisi. Sciopero per il 20 gennaio. Avola e Scollo: “ I siti industriali storici della provincia iblea stanno scomparendo”

Filippo Scollo al direttivo Filctem

La difficile questione della Versalis, che segna il disimpegno dell’Eni nella provincia di Ragusa, e le pesanti ricadute sull’occupazione e sull’impoverimento del Paese, sono state al centro di un direttivo provinciale della Filctem – Cgil, tenutosi ieri nella sala adunanze della Cgil.  Al dibattito, presenti i componenti del direttivo, hanno presenziato il Segretario generale regionale, Beppe D’Aquila, il Segretario Generale Giovanni Avola e il Segretario generale provinciale Filippo Scollo.

Dopo l’approvazione del bilancio di previsione 2016 da parte del direttivo della Filtem Cgilsono stati affrontati i temi occupazionali e quelli legati all’organizzazione dello sciopero della categoria di otto ore previsto per mercoledì 20 gennaio prossimo.  Giovanni Avola e Filippo Scollo hanno concordemente dichiarato alla fine del direttivo:
“Senza strategie industriali, con fondi finanziari anche di dubbia provenienza, mettendo in gioco centinaia di migliaia di posti di lavoro, i nostri siti industriali storici stanno scomparendo e il cosiddetto capitalismo pesante passa nelle mani straniere.  La Pirelli ai cinesi, la Lucchini agli algerini, gli elettrodomestici alle grandi multinazionali, il lamierino-magnetico ai tedeschi, la Fiat agli americani ed ora la chimica dell’Eni – Versalis sta per essere ceduta ad un gruppo americano che opera con capitali iraniani.
La Versalis è tornata in utile nel corso del 2015 ma adesso l’Eni annuncia che non dispone di 1,2 miliardi di investimenti nella chimica. Rischiano il posto di lavoro: 4400 dipendenti Versalis, altri 1.000 nei siti esteri, almeno 2.000 nell’indotto.  Inoltre Versalis è titolare di 250 brevetti e di 4 centri di ricerca: tutto finirà in mani straniere.  La Filctem – Cgil e le altre sigle sindacali hanno già indetto uno sciopero di otto ore del settore per il 20 Gennaio ma le scelte dell’Eni sembrano già fatte: il gruppo punta all’estrazione di gas e petrolio all’estero.  Dopo la riduzione degli impianti di polietilene e del cracking adesso tramonta anche l’ipotesi di puntare sulla chimica verde.  E’ una vergogna per il Paese e per i lavoratori.  Le forze politiche non possono stare a guardare e la complicità del governo è inaccettabile.  In preparazione dello sciopero di Gennaio vanno definite azioni di lotta eclatanti: l’impoverimento del Paese ha raggiunto limiti di guardia”.

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