Martedì 29 dicembre alle ore 19.00 nella Galleria Lo Magno di Via Risorgimento 91/93 sarà inaugurata la collettiva “Time out”, a cura di Giuseppe Lo Magno, che riunisce per la prima volta opere di Rosario Antoci, Davide Bramante, Andrea Cerruto, Gianni Di Rosa, Emanuele Giuffrida e Francesco Lauretta. Il titolo allude al fatto che la mostra sarà inaugurata a pochi giorni dalla fine dell’anno, ma anche alla sospensione temporanea del gioco che si effettua in alcuni sport di squadra:
una sosta, nello sport come nella vita, può tornare utile per riposizionare il nostro sguardo sul mondo, per leggere la realtà attraverso l’arte. Proprio il dialogo fecondo e creativo tra autori affermati e giovani emergenti, ma anche tra linguaggi diversi (pittura, scultura, fotografia) rappresentano alcuni dei principali motivi d’interesse della collettiva, che si snoda attraverso un interessante percorso espositivo.
Nei soft banner della serie “Cantieri” di Rosario Antoci, per esempio, convergono i linguaggi della scultura, dell’istallazione, della fotografia e del disegno per raccontare oggetti ruvidi (teloni da cantiere, reti metalliche) con superfici morbide.
Davide Bramante propone le sue celebri sovrapposizioni fotografiche, ispirate in questo caso a New York: i fotogrammi restituiscono la simultaneità babelica della città verticale, con i ponti e i docks, descritti come un ricordo d’immagini, una persistenza retinica negli occhi di una donna.
Andrea Cerruto riprendere tecniche tradizionali come lo spolvero per l’affresco, che nelle sue opere non trova però un compimento e rimane allo stadio preparatorio, soggetto ai limiti temporali.
I lavori di Gianni Di Rosa rappresentano iconografie dell’immaginario personale (la partita di calcio Austria-Germania del 1938, una mostra, le civiltà scomparse), in cui memorie e miti riemergono come fantasmi e l’arte è l’eterno ritorno sul luogo del delitto.
Emanuele Giuffrida propone due varianti dello stesso tema: il conflitto interiore dell’artista tra esistenza e problematica sociale raffigurato come una stanza vuota, con uno specchio-vetrata su un lato e un leggio nel centro, illuminata dalla livida luce di un neon.
Completano il percorso espositivo alcuni rari disegni a china di Francesco Lauretta e un’opera di grandi dimensioni raffigurante un paesaggio invernale e spettrale, metafora di fragilità e temporaneità.
La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio e potrà essere visitata tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00, esclusa domenica e festivi.