Fisco e Tributi al Comune di Ragusa. Confronto alla Camera Del Lavoro di Ragusa

Colomobo e Avola al tavolo del confronto

Lo stato di salute del Comune di Ragusa, con le sue criticità, la situazione finanziaria e il carico fiscale che pesa sui cittadini della città capoluogo, è stato al centro di un incontro promosso dalla Cdl di Ragusa e dalla Cgil nel salone dell’Hotel Kroma e alla quale hanno partecipato Nicola Colombo, segretario Cdl di Ragusa e Giovanni Avola, segretario generale della Cgil di Ragusa.
La ripresa dell’attività con la convocazione del tavolo di concertazione del welfare locale; l’unificazione in un’unica piattaforma rivendicativa delle vertenze aperte auspicalmente sostenute anche da Cisl e Uil e un impiego delle royaltes, provenienti dalla sfruttamento del sottosuolo non più per coprire le spese correnti ma bensì per investimenti produttivi come la green economy e per sostenere un’economia nel bilancio grazie al taglio dei costi e quindi delle spese e .
Questa è la sintesi tracciata da Giovanni Avola, riprendendo alcuni temi della relazione di Nicola Colombo, alla conclusione dell’incontro.
Il segretario della Cdl, Colombo, ha evidenziato il macigno dei residui attivi, circa 100 milioni di euro, della quale oltre la metà impossibile da esigere e utili solo a dimostrare, nel bilancio di previsione, entrate certe.
Limiti all’impiego delle risorse per gli investimenti la cui destinazione è sottodimensionata con il sospetto che le somme possono costituire un avanzo per tappare nel 2016 i buchi finanziari. Colombo ha valutato negativamente il fatto che il Comune lo scorso anno non abbia fatto pagare, con una decisione populistica che mette sullo stesso livello ricco e povero, la Tasi e la copertura, cinque milioni di euro, è stata compensata non con tagli a spese inutili ma sottrae dolo dalla quota delle royaltes 2014 e quindi sottraendoli a investimenti produttivi. Per il 2015 è stata imposta la Tasi e per giunta con l’aliquota massima colpendo indistintamente benestanti e no. Sulla Tari poi si è registrato un aggravio di due milioni e mezzo in più con il mancato raggiungimento della percentuale della differenziata oggi al 17% piuttosto che al 28%. L’IMU per la seconda casa è passata dal 7,5 al nove per mille e l’addizionale comunale IRPEF all’8 per mille, il massimo consentito dalla norma. Un capitolo a parte quello del welfare locale che riguarda l’occupazione, fronteggiata con i bandi lavoro, la casa, accordo Sunia e Iacp, le prestazioni e i servizi che devono vedere una maggiore concertazione con lì’attività della mediazione familiare per spese di emergenza.
La verità di fondo è che i tagli dei trasferimenti di Stato e Regione sono stati compensati con l’aumento della tassazione e dei tributi locali le cui risorse non sono andate nella direzione del potenziamento e della qualificazione della spesa sociale. Anche a Ragusa, sostiene Colombo, si è fatta macelleria sociale per incapacità di programmare e per scarsa volontà di operare. Si naviga a vista, per il bilancio, per il welfare locale e gli investimenti produttivi: dal comune non è stata avanzata a oggi una sola richiesta di finanziamento diretto all’Unione europea che stanzia molte risorse contro il cosiddetto divario sociale e per garantire le pari opportunità.

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