Sarà inaugurato il 25 dicembre alle 19 il presepe della Casa don Puglisi di Modica, costruito da 1500 bambini della città

presepe della città

Per più di un mese – da Natale alla Candelora – si potrà visitare il presepe costruito da 1500 bambini di Modica, o meglio costruito impastando argilla e intrecciando stupore e gioia! La terra di cui siamo impastati e la luce che l’attraversa saranno ora gli elementi di un presepe unico e speciale come lo è il presepe di Santa Maria, ovvero presepi della città, presepi che la rappresentano, la radunano, l’aiutano a custodire i grandi centri sorgivi della vita:

gli affetti familiari, la cura educativa, lo stupore dei bambini, la costruzione di qualcosa di comunitario in cui il tocco personale contribuisca al disegno di insieme. Il presepe sarà “inaugurato” con semplicità alle 19 del 25 dicembre ripercorrendo l’itinerario di questi mesi e fermandosi, chi vuole, per i vespri di Natale nella cappella della Casa alle ore 20. Stanno arrivando peraltro tanti messaggi e tanti doni, spesso piccoli ma carichi di affetto, che indicano quasi il muoversi dei pastori verso la mangiatoia di Betlemme facendo scoprire tante energie di bene sommerse che ci sono nella città. La mangiatoia sarà un cerchio intimo e aperto al tempo stesso che diventa invito alla città a concepirsi capace di accoglienza e relazione che rappresentano il cuore della vita e il cuore della città. E la “Fiaba di tre bottoni”, rappresentata dal Piccolo Teatro in alcune scuole come dono della Casa per il suo venticinquesimo, invita a comprendere come – se c’è il cuore – ogni casa può trovare spazio, meglio tempo, per l’altro. L’augurio è allora quello di cogliere così il vero senso del Natale: ritrovare il cuore, tornare al cuore, inteso non come sentimentalismo ma come sensibilità forte e dolce al tempo stesso. Questo senso del Natale è rafforzato dal passaggio per la Porta santa della misericordia che si farà di fatto per visitare il presepe. Una porta particolare quella della Casa don Puglisi, come pure quella del Boccone del Povero che viene aperta alle 18 del 24 dicembre, nella notte di Natale, perché si legano misericordia di Dio – invocato misericordioso da tutte e tre le grandi religioni monoteiste, ebrei, cristiani e musulmani – e vita degli uomini. Nella fedeltà e tenerezza che sono i due cardini della porta, capace di generare quell’architrave che è la costanza nel bene. Natale, prima che festa di una bontà generica, sia una festa in cui la città abbia il coraggio di varcare le soglie del bene comune, della cittadinanza e dell’inclusione sociale. Natale come senso, prospettiva, cammino nella quotidianità della vita.

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