Il Presepe Vivente di Monterosso Almo nelle due giornate ha fatto registrare il pieno.

presepe vivente monterosso

Nonostante le condizioni atmosferiche, soprattutto nella serata di domenica 27 dicembre, non siano state delle migliori, il presepe vivente, a Monterosso Almo, ha fatto registrare il pieno nelle giornate d’esordio. La rappresentazione allestita nell’antico quartiere di uno dei borghi più belli d’Italia ha raggiunto l’invidiabile traguardo della trentunesima edizione. Visitatori provenienti da ogni parte della Sicilia, oltre tremilacinquecento, hanno animato le caratteristiche viuzze col saliscendi del quartiere Matrice,

il cuore antico di Monterosso, che ha pulsato grazie all’attività degli oltre trecento figuranti dell’associazione “Amici del presepe” in grado di mettere in scena una edizione tra le più memorabili del presepe vivente. Soprattutto la serata di Santo Stefano si è trasformata in un momento tutto da vivere per ammirare gli scorci nascosti del centro montano e per farsi catturare delle decine e decine di scene abilmente ricostruite che hanno trasportato i visitatori indietro di decenni. Gli antichi mestieri sono stati il piatto forte della ricostruzione storica messa in piedi dagli “Amici del presepe” che, come sempre, hanno seguito con la massima attenzione tutti gli aspetti filologici, grazie ai quali nulla è stata lasciato al caso, ricostruendo i vari ambienti con una perfezione accurata, per quanto riguarda i dettagli. Ciò ha anche significato il recupero di centinaia di antichi oggetti ritrovati nelle case dei nonni, tramandati da una generazione all’altra. Il corteo, con San Giuseppe,la Madonna e l’asinello, formatosi in piazza San Giovanni e poi radunatosi in piazza Sant’Antonio, dove è situato l’ingresso del presepe, ha potuto contare su un flusso continuo di persone rimaste estasiate dalla fucina del fabbro ferraio, dalla preparazione del pane, dalla “putia ro vino” in cui gli avventori hanno deliziato i presenti con le tradizionali nenie siciliane; senza dimenticare, ovviamente, l’artigiano che riparava le sedie realizzate con le fascine oppure il “cunzatore” di scope. C’erano, anche, l’intagliatore di flauti e le vecchie comari, interpretate da alcune giovanissime, che hanno reso nel modo più affascinante possibile l’“arte” del pettegolezzo. Ma i visitatori sono rimasti ancora più estasiati non appena hanno messo piede all’interno della grotta dove, accanto al bue e all’asinello, la scena della Natività è stata ricostruita nella maniera più attenta, seguendo i canoni della tradizione. Accanto a San Giuseppe e alla Madonna, anche la presenza dei tre Magi, seguiti da una corte di dignitari, che hanno reso più evidente il contrasto tra l’umiltà della nascita del Bambino Gesù e la magnificenza di vesti e doni regalati al Re dei Re. Il presepe vivente di Monterosso Almo tornerà in scena venerdì 1, domenica 3 e mercoledì 6 gennaio, a partire dalle 17,30. Altre tre occasioni, dunque, per vedere all’opera i figuranti capaci di rendere al meglio la magnificenza del momento legato alla Natività.

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