L’anno nuovo si è aperto con una «nuova» e dinamica iniziativa dell’Amministrazione: l’invio delle bollette dei consumi di acqua del 2015 e dei connessi oneri di depurazione. “Migliaia di bollette, lo dico per chi apprende la notizia solo ora – rileva Ivana Castello, consigliere comunale del Pd di Modica – fuori dal rispetto dei più elementari principi giuridici di veridicità e di onestà. Il sindaco ha introdotto un nuovo sistema di esazione rispetto ai suoi predecessori. In passato, quando giungevano bollette come queste, si parlava di bollette o cartelle pazze, bollette ad importo casuale, bollette irregolari e, in siculo, con vari epiteti che non riporto per decenza.
Per Abbate questi aggettivi sono impropri, perché le sue bollette non sono pazze ma confezionate secondo criteri definiti, non dico a tavolino, ma dopo una maturata esperienza di un paio di anni. Qualifichiamole «confezionate»: «bollette confezionate». Si potrebbero dire pure pazze, ma l’espressione conterrebbe un elemento di casualità che mal s’adatta al risultato che i cittadini di Modica oggi si guardano tra le mani. Potrebbero dirsi, anche, bollette di sistema, nel senso che sono emesse secondo un preciso e preventivamente studiato sistema di far cassa”. Per Castello ci sono quattro/cinque passaggi:
“I contatori non si leggono perché mancano i letturisti. Questi mezzucci d’accatto, i contatori, il Comune diretto da Abbate non li ha mai adoperati. Li abbiamo impiantati, il cittadino li ha pagati, ne paga il canone annuale; paga anche, per mantenerli, i letturisti; ma lei non vuol saperne di adoperarli: non i contatori e nemmeno i letturisti. A chi torna utile ignorare i contatori e non utilizzare, pur pagati, i letturisti? Sono vietate le risposte del tipo che i letturisti sono impiegati in altro settore. Debbo pensare che l’organico comunale, SpM compresa, sia insufficiente?
La scusa della mancanza di letturisti (che però, ripeto, gli utenti pagano) diviene occasione (propizia) per evitare di leggere i contatori ed imporre tributi superiori al dovuto. Non posso pensare che lei invierebbe bollette su consumi presunti nella certezza che il Comune, attraverso esse, perda denaro. Potrebbe essere riconosciuto responsabile di danno erariale. Si inviano, dunque, bollette di importo complessivo superiore a quello consueto. Per dimostrare questa ipotesi è sufficiente calcolare il totale (pecuniario) delle bollette emesse in un anno e di quelle emesse nell’anno successivo. Questo calcolo proporrei di compierlo per gli anni a partire dal 2012 compreso;
I cittadini vessati, naturalmente, correranno agli uffici comunali per chiedere la correzione del debito ed oggi ne abbiamo conferma: basta andare all’ufficio idrico: c’è un la fila s’allunga oltre l’orario di ricevimento;
Innanzi a tale richiesta il Comune si dichiarerà disposto a rivedere l’importo, salvo il diritto di svolgere la lettura. In tal modo, qui sta la furbizia dell’Ente e la novità rispetto al passato, si separano coloro che accettano il sistema da coloro che lo rifiutano. Per quest’ultimi si farà la lettura e per il resto non esiste problema. E’ questa la ragione per cui non mi riesce parlare di bollette pazze: perché sono bollette confezionate per muovere un ragionamento da parte degli utenti i quali, dovendo decidere se ricorrere o no contro l’imposizione vessatoria, guardano la bolletta e, se la ravvisano esagerata, ricorrono; se l’importo è sorvolabile, decidono di pagare pur di non far la fila innanzi agli uffici comunali. Il saldo di questi sorvolamenti potrebbe sortire, se non qualche milioncino, alcune centinaia di migliaia di euro in più. Ma non finisce qui”.
Tutto questo sistema per Ivana Castello ha una ragione nel fatto che, al Comune, i soldi mancano e occorre sfruttare ogni possibilità per far cassa.
“Come si può rimediare a questo stato di cose? Tagliando i furti. E come intervenire? Oggi le soluzioni sono due: o lei ristabilisce la legalità, che non è la riscossione del tributo col ricorso ai consumi presunti, ma l’emissione di bollette con riferimento ai consumi effettivi; o la cittadinanza si troverà ad essere invogliata a presentare circostanziate denunce alla Procura della Repubblica. Tutto ciò sul convincimento che il criterio di presunzione dei consumi è vietato dalla legge e dalla Giurisprudenza della Suprema Corte”.