Rapina in banca a Comiso. Eseguita misura di custodia cautelare in carcere per pluripregiudicato

infantino

Immediatamente dopo una rapina effettuata il 18 febbraio 2015 presso il Credito Siciliano di Comiso che aveva fruttato ad ignoti rapinatori 5.000 euro, personale di Polizia appartenente alla Squadra Mobile ed al Commissariato di Comiso interveniva presso l’istituto di credito.

Si accertava che due persone, di cui una travisata, avevano perpetrato una rapina.
Gli agenti di Polizia acquisivanoi fotogrammi della rapina ripresi dal sistema di videosorveglianza dell’istituto di credito in questione e precisamente le fasi che ritraevano il primo rapinatore a viso scopertoche faceva ingresso all’interno dell’istituto di credito prima di travisarsi una volta entrato, e tutte le sequenze successive relative alla rapina. Proprio dalla visione dei predetti fotogrammi si notava, chiaramente, che il malfattore risulta avere un particolare evidente, il naso tipo “pugile”, cioè con una sagoma schiacciata.
Le indagini sembravano essere ad un punto morto quando, il 27 maggio successivo, un ispettore di Polizia attraverso sistemi di scambio di dati tra le varie Questure veniva a conoscenza che a Favara erano stati arrestati cinque soggetti di origine catanese, tra cui una donna,tutti in flagranza di reato per una rapina perpetrata ai danni della banca Nuova.
Dalla visione delle foto-segnaletiche dei cinque malfattori l’attenzione del predetto Ufficiale di Polizia Giudiziaria si soffermava su Antonino Infantino, catanese di 35 anni, in quanto le caratteristiche somatiche erano perfettamente corrispondenti a quelle del primo rapinatore che il 18 febbraio 2015 aveva perpetrato la rapina ai danni dell’istituto di credito comisano.
L’uomo all’epoca dei fatti aveva fatto da “apripista”ad un altro complice che era però completamente travisato.
Peraltro dalla comparazione delle immagini effettuate dalla Polizia Scientifica è stato possibile evidenziare che si trattava dello stesso soggetto proprio per l’identica conformazione del naso tipo “pugile”, elemento che ha reso Antonino Infantino   inconfondibile.
Peraltro al fine di verificare la presenza dell’Infantino a Comiso proprio il giorno della rapina si richiedeva alla Polizia di Agrigento (dove l’uomo era stato bloccato) se il predetto all’atto dell’arresto a Favara era stato trovato in possesso di telefono cellulare con abbinata utenza.
All’atto dell’arresto Infantino era in possesso di un telefono cellulare e dall’acquisizione dei tabulati telefonici della utenza e dalla disamina degli stessi emergevache il giorno della rapina il 18 febbraio vi erano alcuni contatti telefonici e soprattutto che l’utenza si era mossa da Catania per raggiungereComiso proprio negli orari immediatamente antecedenti la rapina.
L’Infantino, secondo quanto era stato ricostruito non aveva armi, ma appena scavalcato il bancone aveva raggiunto uno dei cassieri presenti e lo aveva afferrato brutalmente per il collo tentando di strangolarlo al fine di farsi consegnare le somme di denaro presenti nelle casse.
All’interno dell’istituto di credito rapinato erano presenti alcune persone che hanno subito la cruenta rapina.

Considerato quanto evidenziato dalle indagini Infantino è stato tratto in arresto ieri pomeriggio dal personale della Polizia di Stato in esecuzionedi una misura di custodia cautelare in carcere perché in concorso con altro soggetto non meglio identificato, si introduceva all’interno del Credito Siciliano s.p.a. agenzia di Comiso e minacciando i dipendenti e clienti ivi presenti si impossessavano della somma in contanti di 5000 euro dileguandosi subito dopo per le vie limitrofe.

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