FRANCO BIROLO: UN’ALTRA VITTIMA DELLA GIUSTIZIA….A CURA DI RITA FALETTI

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Chi è Franco Birolo? Franco Birolo è l’ultima, in ordine di tempo mediatico, delle tante vittime di criminali, quasi tutti provenienti da Paesi dell’Est europeo, che ha avuto la doppia sventura di mandare all’altro mondo un rapinatore e diincappare in un giudice dall’improbabile senso della giustizia. Birolo ha una tabaccheria a Civè,

una località in provincia di Padova, che nel 2012 è stata visitata da Igor Ursu, di professione ladro, che non aveva certo in mente di comprarsi un pacchetto di sigarette, ma di “prendersi” qualcosina a casad’altri, come faceva da qualche tempo nel nostro Paese, senza trovare ostacoli di sorta. E siccome, tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino, quella visita in tabaccheria gli è andata male: il proprietario è stato veloce e gli ha sparato, intanto che si dava alla fuga, uccidendolo. Ben gli è stato,avranno pensato allora in molti, se invece di rubare fosse andato a fare un lavoro onesto sarebbe ancora vivo. Non così ha pensato il giudice, taleBeatrice Bergamasco, la quale ha tirato fuori la solita questione della legittimadifesa che deve essere proporzionata alla minaccia messa in atto, all’arma usata, eccetera eccetera…A parte l’assurdità di pretendere che in situazioni di pericolo per se’, per la propria famiglia e per i propri averi, si risponda all’offesa in maniera “proporzionata” , quindi con freddezza e razionalità, è piuttosto ipocrita, da parte di un giudice, comminare una pena che sia “adeguata” al grado di pentimento. E questo ha fatto la Bergamasco, infliggendo al tabaccaio due anni e otto mesi di reclusione perché, secondo lei, il Birolo non ha mostrato abbastanza rammarico per l’uccisione del rapinatore. Quindi, minore il pentimento, maggiore la pena, come se nellareazione della vittima ad una aggressione ci fosse qualche forma di premeditazione. Ma non è finita lì: la Bergamasco, non abbastanzasoddisfatta, ha infierito sullo sventurato tabaccaio, costringendolo al risarcimento di 325mila euro alla famiglia del ladro, che invece di piangere laperdita del parente, potrà così rallegrarsene, pensando quanto sono strani i giudici italiani e quanto bene se la passano i delinquenti in Italia. Inutile dire lereazioni degli abitanti di Civè, che, comprensibilmente indignati come lo sono sempre di più le persone oneste quando capitanovicende del genere, hanno giurato vendetta nei confronti del giudice. Ma chi ha espresso con più forza un giudizio di disapprovazione per la sentenzaingiusta è stato il Vescovo di Chioggia, Monsignor Adriano Tessarollo, il quale, ironicamente, ha detto:” Quello che il ladro non era riuscito a rubare glielo ha dato ora il giudice.” E ancora:” Un bel vitalizio ottenuto per i suoi familiari, con l’incidente accadutogli nel suo lavoro di ladro.” Finalmente si è levata una voce nel silenzio generale delle Istituzioni chehanno da tempodeclinato ogni responsabilità, abbandonando a se stessi i cittadini e costringendoli a farsi giustizia da se’. Ormai il nostro Paese è diventatoterra di nessuno, il punto di raccolta di bande criminali pronte ad ammazzarepur di procurarsi quello che vogliono, sapendo che, in caso di cattura, se la caverebbero con pene irrisorie, mentre, nei Paesi di origine, finirebbero i loro giorni in galera. Le leggi che abbiamo vanno cambiate perché inadeguate e scritte con un occhio di riguardo per chi delinque, secondo il principiodi una certa parte politica, che sono il disagio economico e sociale a predisporre al crimine, quindi ravvisando la parte debole della società nel malfattore. Baggianata colossale, eppure sostenuta da tanti giudici che ottusamente fanno coincidere i diritti umani con la vita fisica, escludendo da essa tutto quello che ne fa parte, ossia la casa, la roba, lo spazio vitale, la libertà stessa. Prova incontestabile del fatto che la vita non è il solo esistere, è il suicidio di chi ha perso tutto. Gli italiani si stanno barricando in case che sono sempre meno luoghi in cui una famiglia si riunisce e sempre più fortezze da solidare; stanno acquistando armi, che eviteranno accuratamente di usare fino al momento in cui sentiranno di essere minacciati. L’eccesso di legittima difesa va cancellato, la difesa è semplicemente difesa, di sé, dei propri cari, delle proprie cose. La difesa è una reazione istintiva ad una aggressione, impossibile da misurare nella sua gravità in un momento di pericolo. Il legislatore dovrebbe rifletterci sopra.

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