Forse non tutti sono a conoscenza di questo particolare problema, del disturbo chiamato anche orgasmo asciutto, in cui lo sperma, in seguito all’orgasmo, anziché fuoriuscire viene respinto in vescica. Perché capita? E cosa bisogna fare?
Sappiamo bene che durante l’orgasmo maschile, in condizioni normali, lo sperma fuoriesce dal pene attraverso l’uretra; ci sono alcune situazioni, però, in cui l’uomo presenta un disturbo chiamato eiaculazione retrograda conosciuto anche con il nome di “orgasmo asciutto”.
In tali casi il liquido seminale non va verso l’esterno ma si riversa in vescica e viene espulso insieme all’urina durante la minzione, facendo apparire la pipì torbida e densa.
Questo fenomeno, differente dall’anorgasmia, è piuttosto raro, non è doloroso e nemmeno dannoso ed il più delle volte non è necessario intervenire chirurgicamente: l’unico problema solitamente si presenta quando si è alla ricerca di un figlio.
La prima cosa da dire è che l’eiaculazione retrograda può essere temporanea o permanente in base a alla causa che la provoca; ci sono poi situazioni in cui lo sperma viene riversato totalmente in vescica e casi in cui si ha una minima fuoriuscita (meno di 2 ml.)
La maggior parte degli uomini che soffrono di questo disturbo hanno subìto interventi chirurgici ed endoscopici all’uretra, alla prostata, al collo vescicale, che alterano la muscolatura dello sfintere uretrale liscio; anche l’asportazione di tumori del bacino e del basso addome possono essere una delle cause di questo fenomeno.
Inoltre traumi fisici alla vescica, deficit neurologici e malattie come il diabete, la sclerosi multipla e danni al midollo spinale sono solitamente tra i motivi che provocano l’orgasmo asciutto.
Infine, può essere l’effetto collaterale, naturalmente reversibile, dell’assunzione di alcuni farmaci come antipertensivi, antidepressivi, ansiolitici e soprattutto degli alfa-litici usati e prescritti usualmente e frequentemente per i disturbi urinari di origine prostatici.
È molto importante, quindi, che i medici prima di operare o di prescrivere medicinali debbano, ma lo fanno correntemente, informare i pazienti sui possibili effetti secondari. In questo modo gli uomini sono a conoscenza e preparati, evitando loro anche traumi psicologici, soprattutto di fronte a condizioni irreversibili.