Modica, Ivana Castello(Pd) torna ancora sull’oscuramento di alcuni manifesti da parte del sindaco di Modica

ivana castello

E’ stato reso noto un resoconto sui principali temi del Consiglio comunale di lunedì 16 febbraio. «Unanimità su hospice e via Blandini», questo è il titolo che reca, con a latere un’ulteriore segnalazione: «Chiusa anche la querelle tra il consigliere Castello e il sindaco sull’affissione di alcuni manifesti».

Purtroppo la querelle è ancora aperta, afferma in una lettera lo stesso Consigliere Comunale del PD Ivana Castello, poiché non sono stati chiariti i soggetti che possono accedere agli spazi istituzionali. Né si possono chiarire dicendo, in modo autoritario, che appartengono alle istituzioni e lasciando intendere che le istituzioni le stabilisce il sindaco o, perché no, si incarnano nella sua persona e ad essa appartengono. Con questa espressione semmai può dirsi che la querelle avvampi ulteriormente, tranne a ritenerla chiusa per cortese individuazione delle ragioni del sindaco, riconoscendogli implicitamente la facoltà di riaprirla a proprio piacimento, ove volesse escludere dalle postazioni istituzionali i manifesti dell’opposizione. Perché poi di questo si tratta, prosegue la Castello nella lettera: che le postazioni a maggior visibilità pubblica, una volta dichiarate istituzionali, saranno usate dalla maggioranza, mentre l’opposizione deve andarsele a cercare nei luoghi intorno al cimitero, dove il cittadino trànsita quando ha perso la vi(s)ta o in quel di Frigintini ove vengono strappati dagli amici del sindaco medesimo. Per altro tali postazioni sono aperte alle iniziative che egli decide di patrocinare e interdette a quelle che lo stesso sindaco, anche con spirito illiberale, decide di non patrocinare. Si perviene così all’assurdo che quando il sindaco decide di farsi pubblicità, se la fa dalle postazioni di Corso Umberto I (le più visibili e frequentate) e, quando non vuol farsela, le postazioni restano inutilizzate. Per altro ancora è strano che l’attacchino professionale abbia, secondo il sindaco, sbagliato ad affiggere i miei manifesti nelle postazioni istituzionali. Se ha sbagliato è solo ed esclusivamente perché lo ha fatto altre volte e nessuno se n’è lamentato. Se n’è lamentato, vedi caso, proprio il sindaco quando ha visto che il mio manifesto richiamava gruppi di persone, curiose di leggere e pronte a commentare. Il problema qui è di democrazia. Il sindaco deve capire che il consigliere comunale fa parte dell’istituzione Comune, sia quando è maggioranza, sia quando è opposizione. E in quanto componente dell’istituzione ha diritto, per mezzo delle postazioni istituzionali, a comunicare col popolo che è il suo dante causa. Nello svolgimento del mandato elettorale il consigliere informa il popolo dell’attività amministrativa e della propria attività ispettiva. Lo fa in sede consiliare e non può farlo dalle postazioni istituzionali? Scherziamo? Il sindaco, oscurando i miei manifesti, ha utilizzato il Comune come se fosse sua proprietà personale, denuncia ancora la Castello. Questo è il tratto antidemocratico del suo comportamento. E questo è ciò che non è consentito dalle leggi, dal buon senso e, sopratutto, se si considera il momento di crisi valoriale che la società sta interminabilmente attraversando. Il sindaco deve capire che l’istituzione comunale non comprende solo quello che gli è utile nella sua qualità di primo cittadino; comprende sì il sindaco, la giunta, i singoli assessorati, l’apparato impiegatizio, il consiglio, le commissioni, ma anche i consiglieri di maggioranza e quelli di minoranza; e comprende, altresì, i consiglieri considerati nella loro collegialità e singolarmente. I consiglieri nell’esercizio dell’attività ispettiva sono parte della istituzione comunale. Tranne che lui, il sindaco, non ritenga che andiamo in Municipio per vendere frutta con la bancarella o per pubblicizzare casse da morto. Nel primo caso la nostra comunicazione (nonostante ciò istituzionale) andrebbe compiuta mediante le postazioni commerciali e nel secondo in quelle funerarie. Il consigliere è parte della istituzione comunale e parla al popolo elettore dalle postazioni istituzionali, oltre, ovviamente, attraverso ogni altro mezzo. Quando il sindaco ha oscurato i miei manifesti, ed è la seconda volta che lo fa, lo ha fatto per zittire l’opposizione. Ma l’opposizione, gli va ricordato, è stata voluta dal Popolo per controllare la correttezza della sua azione di governo. Lui non deve scagliarsi contro chi fa opposizione. Guai a pensare una struttura governativa senza opposizione, o con un’opposizione imbavagliata. Ora, poiché non ci si è accordati su questo concetto, insistendo il sindaco nella scelta delle postazioni istituzionali ad esclusivo uso della maggioranza, la querelle non può dirsi risolta. Nei prossimi giorni, per tanto, conclude il Consigliere pidiellino Castello, sarà sottoposta al giudizio dell’autorità competente

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