E’ deceduto la scorsa notte Franco Ruta, 73 anni, patron dell’Antica Dolceria Bonajuito. E’ una grave perdita per Modica e per l’economia. Era stato colui che aveva riqualificato e portato in auge in tutto il mondo il cioccolato modicano. Un infarto gli ha stroncato la vita. I funerali saranno martedì alle 10,30, nella Chiesa Madre di San Pietro a Modica. In nottata aveva accusato un malore ed aveva svegliato la moglie.
E’ stato chiamato il 118: mentre la donna è andata incontro all’ambulanza per condurla nell’abitazione(la famiglia risiede nello storico quartiere di Cartellone), la ritorno ha trovato il marito a terra, privo di vita.
Modica si è svegliata attonita alla notizia.
Franco Ruta era stato dipendente al Laboratorio Analisi dell’Ospedale Maggiore. Quando era andato in quiescenza si era dedicato anima e corpo, collaborato dal figlio Pierpaolo, all’attività del padre, cioè la dolceria che era stata ereditata dal nonno. Nel 1992, infatti, aveva rilevato l’attività di Corso Umberto che si chiamava Caffè Roma e l’aveva chiusa per ristrutturlarla e riaprirla con la nuova denominazione sociale “Antica Dolceria Bonajuto”. Tanto lavoro per puntare sulla cioccolata di Modica, preziosa ma poco conosciuta. A lui si deve, infatti, l’esplosione in tutto il mondo di quello che è stato definito l’oro nero di Modica. Cordoglio è già arrivato in prima mattinata dal sindaco della città, Ignazio Abbate.
Oggi, insieme al manifesto funebre davanti all’esercizio di Corso Umberto, anche un ricordo da chi si firma “Francodipendenti”. Se ne va un grande personalità, che lascia però un tesoro inestimabile per le nuove generazioni:la passione per questo “oro nero”, le sue numerose testimonianze sulla storia antica della barretta, la costante ricerca della qualità e dell’innovazione. A lui Arnaldo Belgiorno, prima di morire, aveva ceduto la testata giornalistica “Corriere di Modica” ritenendo che Ruta non avrebbe mai svenduto quel giornale sul quale avevano scritto personaggi illustri di Modica, tra cui Raffaele Poidomani.
nella foto Franco Ruta col figlio Pierpaolo