La Sicilia tra scherno e verità nello spettacolo andato in scena sabato al Teatro Garibaldi per la regia di Giuseppe Sottile del Basto. “Buttanissima Sicilia” il titolo, dall’omonimo libro (con sottotitolo Dall’autonomia a Crocetta tutta una rovina) dello scrittore e giornalista leonfortese Pietrangelo Buttafuoco edito da Bompiani nel 2014. Salvo Piparo accompagnato da Costanza Licata e Rosemary Enea intrattengono il pubblico con un reading corrosivo ad alto tasso politico. È infatti il sistema politico siciliano degli ultimi decenni al centro della satira di Piparo-Buttafuoco.
L’autonomia politica di cui ha goduto e gode ancora la Sicilia ha prodotto solo corruzione e malaffare. La classe politica passata e presente viene continuamente sbeffeggiata e rappresentata da novelli “pupi” siciliani che rivivono in una moderna e tragica canzone di gesta, non più cavalieri di Francia e paladini di giustizia ma marionette asservite ad un sistema clientelare e corrotto. Buttafuoco denuncia l’assoluta inutilità dello status di Regione a Statuto Speciale di cui si fregia l’isola dal 1946, vista l’incapacità e la negligenza della classe dirigente isolana che ha prodotto la sua perenne crisi economica e il conseguente ed atavico bisogno di “sussistenza” da parte dello Stato. Ma in Sicilia non vi è solo la mafia, adesso si è aggiunta anche la mafia dell’anti-mafia. Così i miti e le leggende siciliane vengono stravolte diventando puro materiale funzionale allo scopo e i personaggi letterari di verghiana memoria diventano i loschi figuri che ben conosciamo. Piparo è travolgente nel suo pastiche di funambolismi verbali, non-sense, rime baciate, aneddoti che sono veri e propri pezzi di cabaret, in un vernacolo palermitano non sempre comprensibile ma sanguigno e vitale. I siciliani Ficarra e Picone co-autori del testo. Teatro pieno. Ottimi consensi. Lo spettacolo era un recupero della scorsa stagione teatrale.