San Pietro, Modica. “Primi discorsi e omelie” di Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo

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Nella chiesa madre di San Pietro, domenica sera, c’era una mole infinita di gente, bambini, ragazzi, anziani che erano lì per riabbracciare e rivedere il loro amato don Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, che ama farsi chiamare don Corrado! Dunque non c’è da meravigliarsi se il riscontro del forte affetto era evidente e palese: sulla scia di don Puglisi, di Papa Francesco,

don Corrado parla alla gente e lo fa con lo strumento più semplice che possa esistere, il cuore. Don Corrado ci ha mostrato come sia importante il vangelo e la bellezza che ne deriva, attraverso qualche esempio che lo hanno visto protagonista a Palermo, e che lo hanno spinto a scrivere il libro “Primi discorsi e omelie”. Dopo l’ordinazione ad Arcivescovo, don Corrado, decise di celebrare la sua prima messa al carcere dell’Ucciardone perché, ha detto, “il vangelo ci rivela Dio, insegnandoci a raggiungere chi è più lontano”. In una situazione quasi imbarazzante, grazie alla forza e alla bellezza del vangelo, ha fatto la sua omelia citando il passo del vangelo “Matteo, 25: ero carcerato e siete venuti a trovarmi…. Di solito un prete va a fare la sua prima messa nel suo paese, dove c’è la sua famiglia, quindi io adesso sono qui con voi perché voi siete per me la mia famiglia”. Al termine di quest’ultima affermazione, ricorda don Lorefice, i carcerati si sono levati in una vera e propria “ola”. Un altro evento, molto suggestivo e fortemente emozionante, è stata la visita nella casa circondariale Pagliarelli, dove don Corrado è stato introdotto nel braccio speciale dove i detenuti sono i mafiosi e i carcerati più pericolosi. Improvvisamente un uomo possente, quasi un gigante, gridò verso don Corrado, “Mi dai l’assoluzione dei peccati?”. Chiunque si sarebbe intimorito, ma don Corrado rispose semplicemente: “Certo, ti assolvo dei tuoi peccati”. Il carcerato si accasciò, e insieme ad altri due carcerati cominciarono a piangere a dirotto! Ecco, questa è la bellezza e la forza del vangelo. Don Corrado ha fornito la sua amicizia anche alle altre comunità religiose di Palermo, tanto che, ci ha raccontato “ho già ricevuto due inviti a fare omelia durante il loro culto, chiesa anglicana e chiesa valdese, il cui pastore, tra l’altro, pur essendo americano, ha origini modicane”!
La simpatia e la cordialità di don Corrado a Palermo, l’hanno apprezzata anche le istituzioni, politiche e scolastiche, perché hanno visto un Vescovo disposto al dialogo senza alcuna forma di presunzione. Infatti don Corrado, che sorridendo ci ricorda come qualche parrocchiano di Modica lo soprannominasse “vasa vasa”, perché sempre affettuoso con i fedeli, spiega che per lui fare il Vescovo non significa essere un principe, ma un pastore servo di Dio, e il suo compito deve essere di raggiungere tutti cercando di sedurre con la bellezza del vangelo anche i cuori più “induriti”. Dunque il libro, dice don Corrado, “è un piccolo segno per i modicani della mia diocesi di origine, e vuole essere un segno di ciò che abbiamo condiviso e che dobbiamo continuare a condividere “.

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