All’Istituto “Antonio Amore” di Pozzallo si coltivano saperi e sapori

scuola amore pozzallo

Il grande psicologo dello sviluppo, Jean Piaget, sosteneva che per un bambino è fondamentale al suo completo sviluppo cognitivo ed emotivo un ambiente di apprendimento fertile e multisensoriale con le forme, le superfici, i colori, gli odori, i gusti e i suoni del mondo reale. Ecco perché un orto a scuola è coltivare prima di tutto dei saperi che hanno a che fare con i gesti, con un apprendimento esperienziale che le generazioni più giovani non sempre hanno modo di sperimentare.

È un modo per imparare a conoscere il proprio territorio, l’importanza dei beni collettivi e dei saperi altrui. È un’occasione di crescita in cui l’orto permette di “imparare facendo”, di sviluppare la manualità e il rapporto reale e pratico con gli elementi naturali e ambientali, di sviluppare il concetto del “prendersi cura di”, di “imparare ad aspettare”, di cogliere il concetto di diversità, di lavorare in gruppo e permette agganci reali con l’educazione alimentare ed il cibo. L’orto didattico, come afferma la nostra Dirigente Scolastica, Professoressa Veronica Veneziano, rappresenta uno strumento di educazione ecologica in grado di riconnettere i bambini con le radici del cibo e della vita; infatti, in un contesto che favorisce il loro benessere fisico e psicologico i bambini, attraverso le attività di semina, cura, raccolta, compostaggio, apprendono i principi dell’educazione ambientale e alimentare in chiave ecologica. L’esperienza diretta nell’orto, da parte dei nostri piccoli alunni, oltre ad essere strumento didattico interdisciplinare, può anche diventare mezzo trasversale, per costruire relazioni tra la scuola, gli studenti, le famiglie e la società civile che opportunamente coinvolta riesce così a trasformarsi in comunità educante. L’iniziativa sull’Ortodidattico “la mia aula a cielo aperto”, fortemente voluto dalla dirigente, Prof. Veronica Veneziano e sviluppato dagli insegnanti del plesso “Siamo amici”, coadiuvate da una esperta pedagogista, ha l’intento di sensibilizzare i piccoli verso una cultura sostenibile, avvalendosi di un approccio pratico. I “grandi lavori” sono già iniziati, grazie anche alla collaborazione dell’ufficio tecnico comunale, con l’ausilio del personale addetto al verde pubblico. I bambini stanno partecipando con enorme dedizione ed interesse al ripristino dei piccoli appezzamenti di terreno antistanti il plesso scolastico, estirpando l’erbaccia ed eliminando le pietre, osservando la preparazione dei terreni e le varie fasi della potatura degli alberi, i cui rami recisi verranno bruciati ed in piena ecosostenibilità, le ceneri generate verranno utilizzate per concimare i terreni oggetto del progetto. I piccoli iniziano a prepararsi, sotto l’attenta visione della maestre e della pedagogista, alla parte “clou” del progetto, “la piantumazione” “la semina” e la successiva “raccolta”. Ogni intervento sulle piantine, la cui evoluzione e crescita verrà costantemente visionata sul “campo” ed opportunamente registrata su grafici, sarà preceduto da una fase di riflessione ed ipotesi, nonché da indicazioni operative. Tutte le esperienze saranno accompagnate da esplorazioni tattili e percettive, i bambini opereranno raggruppamenti e classificazioni, scopriranno come organizzare lo spazio, rileveranno ed utilizzeranno vari riferimenti topologici, formuleranno ipotesi per la risoluzione di piccoli problemi. Questo progetto pedagogico nasce dall’esigenza di arricchire e stimolare le competenze di base del bambino, valorizzandolo e rendendolo protagonista, attraverso l’esercizio della sua autonomia nel fare, proiettandolo in un contesto che incentiva ed incrementa i rapporti interpersonali ed amplia la sua socievolezza nei confronti del gruppo che lo aiuta e lo circonda. Inoltre, in un mondo in cui sempre tutto “preconfezionato”, già pronto per essere servito a tavola, i bambini si avvicinano in maniera ludica ad importanti aspetti a loro ormai sconosciuti. La metodologia privilegiata farà riferimento al learning by doing (imparare facendo), per il bambino il contatto con la terra diverrà gioco e imparerà divertendosi a chinarsi a terra ed a “sporcarsi” le mani. Il senso del tempo dettato dalla stagionalità delle piante, il senso dello spazio, sono di continuo sollecitati mentre il bambino, in modo crescente, radica i suoi punti di riferimento in questo ambiente ancestrale e naturale.

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