Da Pachino si alza forte il grido d’allarme degli agricoltori. Presente Modica

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Un lungo serpentone di folla ha attraversato questa mattina la città di Pachino. Una folla formata dai sindaci, dagli studenti, dai cittadini e naturalmente dagli agricoltori. Si è manifestato per dare solidarietà all’intero comparto agricolo, base fondante della nostra economia. Niente partiti politici, niente sigle sindacali, solo gente comune, lavoratori, stanchi e arrabbiati per il modo in cui vengono trattati. Da Bruxelles a Palermo passando per Roma,

i manifestanti ne hanno per tutti. Le fasce tricolori di Modica, Avola, Floridia, Canicattini Bagni, Rosolini, Noto, Pozzallo oltre naturalmente a quella di Pachino, tutte sulle stesso palco a farsi interpreti del malessere generale di un intero comparto, quello dell’agricoltura, anche alla luce dei recenti sviluppi provenienti da Bruxelles che hanno aperto il mercato comunitario all’invasione indiscriminata e incontrollata di prodotti provenienti dal Nord-Africa. Molto sentito l’intervento del sindaco di Modica, Ignazio Abbate, accompagnato dal consigliere comunale Mario Abbate: “ Ci vogliono costringere a consumare i prodotti stranieri. Le arance del Marocco, l’olio della Tunisia, la cagliata della Slovenia, spesso spacciati dalle multinazionali della grande distribuzione per prodotti nostrani. Così facendo affossano definitivamente la nostra economia che proprio sull’agricoltura è basata. Noi sindaci, nel nostro piccolo, abbiamo il dovere di fare qualcosa. Dobbiamo dire grazie agli agricoltori che tengono curata la terra attorno a noi, che non la lasciano desertificare. Dobbiamo dire grazie ai nostri nonni che grazie alla terra hanno cresciuto i nostri genitori. Purtroppo a Bruxelles i nostri rappresentanti sembrano aver dimenticato le loro radici. Mi appello ai consumatori affinchè comincino a scegliere solo prodotti italiani piuttosto che cercare il risparmio con prodotti dalla dubbia qualità e dall’ignota provenienza. Solo con una profonda unione di intenti possiamo uscire fuori da questo tunnel, sperando in una classe dirigente più vicina alla gente”.

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