Una sola interrogazione discussa alla question time del Consiglio Comunale di Modica ieri sera

consiglio comunale di Modica

Una sola interrogazione alla question time del Consiglio Comunale di Modica. Seduta dopo un’ora e un quarto di discussione sui fondi e gli interessi alla Cassa depositi e prestiti per il DL 35 si è sciolta. Presenti diciotto consiglieri la seduta si apre con una comunicazione del Presidente, Roberto Garaffa, che informa che giovedì 17 marzo si terrà una seduta del civico consesso alle ore 19.00 alla presenza dei revisori dei conti. Sarà illustrata la relazione del 2° semestre 2015 relativa al piano di riequilibrio finanziario pluriennale. Altro punto posto all’ordine del giorno il riaccertamento straordinario dei residui attivi e passivi al 1° gennaio 2015, presa d’atto e approvazione modalità di ripiano del maggior disavanzo risultante.
Altra seduta è prevista per martedì 22 marzo (argomenti in scaletta autostrada Siracusa-Gela svincolo Modica, regolamento sulle partecipate, una mozione dei consiglieri Cavallino e Ruffino).
Il consigliere Concetto Puccia pone al consiglio la questione riguardante la manutenzione degli edifici scolastici alla luce dell’intervento urgente nella volta del plesso scolastico “Giovanni XXIII” dove si è staccato l’intonaco e che ha costretto il sindaco a interdire l’intera area agli studenti e chiede di sapere quale sicurezza e affidabilità hanno gli edifici scolastici.
Anche il consigliere Vito D’Antona evidenzia la precarietà dell’edilizia scolastica, ma tutto il Paese non è esente. Ricorda che qualche settimana prima, a seguito della scossa di terremoto, c’era stata una verifica delle strutture comunali, da parte dell’amministrazione, in quell’occasione furono diffusi comunicati stampa rassicuranti. Si chiede se sono stati redatti verbali su quei sopralluoghi compreso quella alla scuola Giovanni XXIII dove oggi è in corso un intervento urgente sull’intonaco della volta che è caduto. In un altro comunicato si riferiva di un appalto d’intervento sulle scuole e chiede se alunni e addetti ai lavori possono ritenersi sicuri.
Il consigliere Tato Cavallino riferisce che alla Giovanni XXIII la caduta dell’intonaco della volta non è stato un fatto strutturale ma contingente, almeno queste le verifiche riscontrate dal consiglio di istituto che ha chiesto al Sindaco un intervento urgente. L’intervento sulle volte è complessivo e dopo Pasqua ricominceranno le lezioni.
L’assessore all’urbanistica, Giorgio Belluardo, precisa che l’intervento in discussione non c’entra niente con le parti strutturali; parti che sono stati oggetto di ricognizione dopo l’evento sismico.
Per la sicurezza degli alunni e degli addetti è stata rimossa buona parte dell’intonaco. Questo risolve il problema. Poi informa che l’appalto per le manutenzioni nelle scuole è in fase di espletamento.
La consigliera Ivana Castello interroga l’amministrazione sul mancato pagamento degli interessi sull’anticipazione di liquidità, DL 35, restituita il 4 gennaio 2016 alla Cassa depositi e prestiti.
Nel particolare il comune deve pagare, gli interessi maturati dal 1° giugno 2015 al 4 gennaio 2016: sono 181.893,77 euro che diventano complessivamente 182.505,83 euro perché vanno aggiunti 612 euro in quanto è stato concesso di pagarli entro le ore 24 del 10 febbraio del 2016. Malgrado sia trascorso più di un mese gli interessi non sono stati pagati. Chiede di sapere quando l’amministrazione intende pagare.
L’assessore al Bilancio, Enzo Giannone , rileva che il DL 35 è iniziato in modo travagliato.  La Cassa depositi e prestiti ha concesso un mutuo a beneficio del comune per i debiti certi, esigibili e liquidi al 31. 12. 2012.  Il dirigente dell’epoca stilò una lista dei creditori, ancora presente sul sito. Già allora il dirigente avvertì tramite pec i creditori che erano messi al corrente della’assegnazione delle somme.
Il debito deve essere certo, con atti documentali, liquido, ovvero la consistenza del debito e tutti i crismi della esigibilità. La somma di 64 milioni di euro veniva fuori anche da un elenco di residui passivi anche tecnici, ovvero di quelli che non scaturiscono dalle obbligazioni.
Quindi la somma complessiva del debito portò a richiedere quella cifra. Dopo che sono stati pagati i primi 40 milioni di euro , nel luglio del 2014 si evidenziarono altri debiti e l’amministrazione richiese il trasferimento di ulteriori 14 milioni di euro per fronteggiare anche i debiti fuori bilancio.
La Cassa con parere del Mef non consentì questo tipo di pagamento, tranne per quelli riconosciuti prima della richiesta del debito. Alla fine l’ente ha dovuto restituire le somma richiesta, cioè i 14 milioni di euro.  Sul perché non siano stati pagati altri debiti esigibili, liquidi e certi, c’è che i creditori, quelli riconosciuti, sono stati informati e liquidati. Le richieste che sarebbero potute arrivare in ritardo rispetto al limite del 31.12. 2012 richiamerebbe responsabilità del dirigente dell’epoca. Fatto si è che l’ente ha dovuto restituire le somme con la conseguente rimodulazione della rata del mutuo a beneficio del bilancio dell’ente.
Sul mancato pagamento degli interessi, come richiesto dall’interrogante, l’amministrazione ha chiesto alla Cassa la rimodulazione degli interessi rispondendo che questo andava fatto in un periodo successivo.
L’amministrazione ha avvertito la Cassa Depositi e Prestiti non appena lo Stato trasferirà le somme anche questo debito sarà onorato perché rispetto a questo si è deciso di fronteggiare altre priorità come gli stipendi ai dipendenti.
L’interrogante valuta la dichiarazione dell’assessore come devastante se riferita alle condizioni economiche dell’ente. Il Comune non è in grado di pagare 182mila euro alla Cassa depositi e prestiti rispetto alle spese non necessarie che sono fatte dall’ente. La politica finanziaria dell’amministrazione sin dal primo momento ha mancato di programmazione. Infatti oggi si deve decidere se pagare gli stipendi ai dipendenti o pagare gli interessi.  Evidenzia la consigliera Castello che il debito con il Comune di Scicli non è stato pagato con il Dl 35.  Alcuni creditori non sono stati contattati con la pec e sono rimasti fuori dai pagamenti. Questo aggraverà le spese con gli interessi e il pagamento dei commissari nominati per fronteggiare i crediti emersi.  Nella replica l’assessore Enzo Giannone dice che la pec, è stato assicurato, è stata mandata a tutti i creditori del comune in ordine cronologico.
Sul Comune di Scicli c’era un credito inserito, nel 2013, di 473mila euro come debito. L’accordo dei quattro milioni di euro tra i sindaci di Modica e Scicli e gli assessori al bilancio fu ratificato dalla giunta di Modica ma non arrivò mai sul tavolo della giunta sciclitana per il parere negativo dell’avvocatura del Comune di Scicli che pretendeva gli interessi.  Quell’accordo cadde e fu ripreso con i commissari e si concretizzò con una transazione che è in corso con una rateizzazione per una somma di quattro milioni e mezzo di euro.  Superata l’ora di question time la seduta è sciolta.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa