Tra inquietudini e incertezze: cosa cercano i giovani d’oggi? Da queste premesse Rosanna Bocchieri ha aperto i lavori dell’incontro/dibattito organizzato dall’Osservatorio Regionale Interpartitico Pari Opportunità e l’Ufficio per la Pastorale della Salute della Diocesi di Ragusa.
Una riflessione, a tutto campo, sulle nuove generazioni ha caratterizzato i lavori della giornata di ieri.
«Dopo i fatti terribili di Roma: l’omicidio del giovane Luca Varani e le modalità con le quali si è svolto, la società deve interrogarsi»
ha detto Padre Giorgio intervenendo. «Perché tanta violenza? Guardare immagine violente, postate su facebook, lascia nelle menti di questi giovani segni profondi, indelebili che turbano e compromettono uno sviluppo sereno dei ragazzi. ».
I giovani sono diventati un universo misterioso da esplorare, alle prese con inquietudini e incertezze del presente, non alludendo mai ad un suo progetto di futuro, che sembra non esserci più.
«Con questa riflessione mi propongo – ha detto il prof. Ialacqua nel suo intervento – di tratteggiare un profilo plurale, mosso e variegato dei nuovi giovani. In pochi minuti vorrei affrontare situazioni che ci toccano molto da vicino.» L’ascolto, il porsi in ascolto per comunicare e svolgere una funzione educativa verso i ragazzi per aiutarli a diventare Adulti. Il prof. Ialacaqua ha sottolineato che la Scuola, nel momento in cui registra carenze, esprime di solito il cattivo vezzo di “retrodatare” le cause dell’insuccesso, scaricando i limiti registrati dall’alunno sul livello scolastico precedente o su cause esterne. Ed ancora: «E’ una scuola che si interessa all’eccellenze dimenticando che la fascia media, quella più numerosa è abbandonata». La scuola appare, agli occhi dello studente come una perdita di tempo, un posto lento, dove si imparano cose inutili, che non aiutano affatto a tenere sempre viva e zampillante l’adrenalina.
La scuola dovrebbe fondare una nuova logica didattica che abbandoni le certezze definitive pedagogiche e si incentri sulla capacità di progettare, evitando che il disagio si concluda con una ripetenza o con un abbandono. Ciò presuppone che tutto il lavoro del docente assuma la caratteristica dell’ascolto, della comunicazione, della ricerca e della sperimentazione, non solo sul piano dei contenuti e dei relativi metodi, ma anche sul piano del sistema complessivo di formazione e di relazione educativa. Ecco che la didattica, diventa il sempre nuovo e disponibile, come cultura della probabilità, continuamente aperta a creativi itinerari, fondata sull’osservazione e sull’esperienza, con profonda coerenza tra gli obiettivi e i sistemi di valutazione.
«I falliti non fanno testo, non ce ne occupiamo, tutti i miei pazienti sono falliti – ha iniziato così il suo intervento il dr. Mustile – e vi posso assicurare che sono tutte persone che hanno fallito a scuola. il fallimento della generazione di oggi non è solo il loro fallimento, ma anche e soprattutto il fallimento di Noi Adulti. Abbiamo una generazione che non ha più certezze, sicurezze, punti di riferimento – che anche nel conflitto – erano punti fermi. Oggi gli Adulti si presentano ai loro figli spesso in competizione, compiacenti e complici. I ragazzi sono lo specchio dei grandi. Si curano le “eccellenze” e si abbandonano gli “ultimi”- i fragili. E’ necessario iniziare un percorso che ci porti a dire: “ Sto facendo bene il mio mestiere? Sto facendo il massimo?» Il dr. Mustile ha infine lanciato un messaggio quello della “cura”: l’unica cura è l’Amore! Quella condizione che ci consente di prendere dell’altro la parte che meno ci piace. Se ciò avverrà la nostra vita cambia, questa società cambia!
Il XXI secolo è caratterizzato dall’indifferenza. La nostra società è indifferente al dolore degli individui, alla sofferenza, a tutto ciò che fa star male, a tutto ciò che viviamo con dolore. Nella nostra società, gli individui sembrano perdere la loro individualità di uomini , uccisi da quell’indifferenza che colpisce tutto e tutti, che colpisce ogni settore della società, che colpisce la maggior parte delle persone. Forse, se l’uomo mettesse da parte la sua indifferenza, qualcosa cambierebbe. E cambierebbe sul serio.
Molti gli spunti che hanno dato l’avvio a numerosi interventi dei partecipanti presenti: Gianna Criscione, Dirigente Scolastico Provinciale; Gianna Miceli dell’Osservatorio Regionale Parti Opportunità e Presidente Aiad Ragusa; Carmelo Pignatelli – Psicologo dell’Asp di Ragusa, e Enzo Drago del Sindacato Gilda. Un saluto conclusivo da Claudia Parrino, Presidente dell’Osservatorio.