“Minchia Signor Tenente”. Grande successo per l’ultimo spettacolo della stagione di prosa al Teatro Garibaldi di Modica

Gli attori

Ieri sera, prima dell’ultimo spettacolo della stagione teatrale 2016 del teatro Garibaldi di Modica, si è tenuta una breve conferenza stampa con il direttore Artistico, Carlo Cartier, il soprintendente, Tonino Cannata, l’autore e produttore di “Minchia Signor Tenente”, Antonio Grosso,

e alcuni rappresentanti degli organi di informazione. E’ stato annunciato che prossimamente sarà convocata una conferenza stampa incentrata sui bilanci della stagione teatrale 2016, che sicuramente ha prodotto echi importanti sulla stampa e sul pubblico, grazie alla grande professionalità di Cartier che affronta tutto con il sorriso e l’ironia, organizzando spettacoli divertenti che trattano argomenti dal significato profondo. “Siamo arrivati all’ultimo spettacolo di stagione – dice Carlo Cartier – siamo riusciti a fare partire il Progetto Scuola, con due spettacoli quest’anno, che l’anno prossimo diventeranno 4; da adesso cominceranno gli spettacoli con i vari gruppi amatoriali della Provincia fino a giugno, poi inizieranno le attività di danza; insomma il teatro continuerà a vivere con altri eventi”. Cartier  è in trattiva per la nuova stagione teatrale, e conta di riuscire a partire a fine novembre, con 10 spettacoli in abbonamento, due al mese, inserendo anche altre attività sia al teatro Garibaldi che anche in altre location. Dunque grande soddisfazione per la Fondazione del teatro Garibaldi, che quest’anno è riuscita a fare rinascere il teatro, fucina della cultura di una città.
Alla pièce teatrale hanno partecipato anche il Sindaco Ignazio Abbate e il Vicepresidente della Fondazione, Giuseppe Polara. La commedia, scritta da Antonio Grosso, che è uno dei commediografi più giovani di Italia, partenopeo, figlio di un’ex carabiniere, con alle spalle una famiglia di carabinieri, è giunta alla sua 226 esima rappresentazione. “Sono passati 10 anni dal debutto, abbiamo cominciato nel 2007/08,- dice Antonio Grosso,- al teatro Petrolini di Roma; quando venne a vedere lo spettacolo un noto produttore italiano, Alessandro Longobardi, si innamorò della commedia a tal punto che decise di produrla affidando la regia a Nicola Pistoia, che migliorò così la mia prima regia; successivamente la regia tornò nuovamente a me. Il cast è cambiato negli anni, quelli fedelissimi dal primo momento siamo io, il tenente e il maresciallo; l’eclettico del nostro cast è Natale Russo, un bravissimo attore siciliano che ha lavorato con grandi compagnie, recitato in film con Fellini, che farà la parte di Parerella, un vecchietto smemorato con la mania di denunciare qualsiasi cosa! Noi siamo una compagnia di attori operari, che viaggiano insieme e si aiutano economizzando facendo in modo che ci sia sempre un’ottima riuscita, pur vivendo un periodo teatrale assurdo dove non si emerge facilmente”. Grosso, che porta avanti la tradizione teatrale partenopea a cui appartiene, scrive testi con il linguaggio di provenienza degli attori, perché, spiega, “la vera commedia italiana, per me, è quello che facevano prima i nostri padri, quindi ogni attore mantiene il proprio dialetto”. “Nonostante l’arma non abbia dato il patrocinio, pur facendo parte di una famiglia di carabinieri, lo spettacolo gode del supporto costante, da un paio d’anni, di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che ha fatto diventare questo spettacolo il simbolo del Movimento delle Agende Rosse”. Lo spettacolo, che potremmo definire commedia drammatica, trae il proprio titolo dalla canzone di Giorgio Faletti che si collocò al secondo posto al Festival di Sanremo nel 1994, e attraverso la narrazione di episodi quotidiani dal tono ironico e a momenti paradossale, fornisce lo spunto per una profonda riflessione sulla mafia e sulle stragi a cui gli eroi, i martiri di tutti i giorni, fedeli alla propria divisa, sono costretti ad affrontare. La vicenda si svolge in una caserma siciliana dove un gruppo di carabinieri vive un’ordinaria e divertente quotidianità interrotta da un evento che sconvolgerà la loro monotonia: l’arrivo di un nuovo Tenente e la notizia della possibile presenza in paese di un pericoloso latitante. Visibile la commozione degli spettatori che hanno applaudito per tutta la durata del video omaggio agli eroi vittime della mafia che ha concluso la pièce teatrale.
Non si può rimanere indifferenti a questo tipo di spettacolo, perché si deve parlare di mafia per non dimenticare, perché chi dimentica è un complice della mafia stessa!

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