La polemica di Adesso Modica sulle chiese chiuse il 25 aprile. Il vicario foraneo replica, Cavallo contrabbatte

don umberto bonincontro

La polemica sulle chiese rimaste chiuse ai turisti lo scorso 25 aprile a Modica assume toni più ampi. Dopo le accuse lanciate da Adesso Modica, è il vicario foraneo, Don Umberto Bonincontro, a chiarire la questione. Il prelato ritiene che la polemica

“avrà di certo i suoi obiettivi, che non autorizzano però a distorcere la verità”. “Sappia – dice Padre Bonincontro – il coordinatore di tale associazione che la Chiesa di S. Giorgio e la Basilica della Madonna delle Grazie sono rimaste aperte, senza interruzione, dalle ore 7 alle ore 20,30 e che le Chiese di S. Pietro e di S. Maria di Betlem sono rimaste chiuse solo dalle ore 13 alle ore 16. Le Chiese, è bene che si sappia, non sono musei ma luoghi di culto,solo per venire incontro alle esigenze dei turisti si sobbarcano di un servizio che non compete. In ogni caso la notizia fatta circolare è assolutamente priva di fondamento atta solo, non a servire, ma a screditare la Città”.
Il coordinatore cittadino di “Adesso Modica”, Emanuele Cavallo, però, sposta il tiro verso l’amministrazione comunale sulla questione.
“Le lamentele dei turisti – dice – sono state raccolte personalmente dai nostri Dirigenti che hanno pure appurato che l’apertura di siti monumentali non era garantita in maniera continuativa. Non abbiamo mai affermato che a garantirla doveva essere la chiesa, pertanto non capiamo perché le precisazioni pervengono da ella.
Pensiamo solo che in un giorno particolare come il 25 aprile poteva essere profuso dall’amministrazione un impegno maggiore. Non addebitiamo nessuna responsabilità a chi non ha il compito di promuovere e gestire il turismo a Modica. Gli unici responsabili per noi sono il sindaco e la sua amministrazione che nella circostanza si stanno dimostrando codardi in quanto davanti alle responsabilità, hanno mandato avanti altri a cui niente avevamo addebitato. Un modo furbo per rispondere.
In sostanza, qualcuno ci vuole fare capire che non è un problema dell’amministrazione ma bensì della Curia e prendiamo atto, secondo queso qualcuno, che lo sviluppo turistico di Modica, in parte, dipende dall’autorità ecclesiastica”.

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