Modica. La preghiera per la città nel piano piastra di Treppiedi «Dio, se può stare tra le case degli uomini, è felice!»

preghiera treppiedi

«Ci ricordiamo di quando abbiamo iniziato, collaborando tra Caritas e parrocchia, una presenza 26 anni fa, prima con gli obiettori di coscienza impegnati nell’animazione di strada a Treppiedi, poi con le prime giovani dell’anno di volontariato sociale impegnate nella visita alle famiglie e nella messa della carità … ora è bello essere qui nel giorno di Santa Caterina, una donna appassionata per Dio e per gli uomini!»: con il saluto del parroco della Madonna delle lacrime,

don Gianni Marina, è iniziata la Celebrazione e adorazione eucaristica per la città che questo mese ha toccato una delle periferie della città, la zona 167 di Treppiedi Nord. Qui da tempo si attende una riqualificazione e si sommano tanti problemi, ma anche sono presenti esperienze di servizio come i Piccoli fratelli o il progetto di animazione di strada del Comune. «Dio è felice – ha detto quindi don Paolo Catinello, che ha concelebrato insieme al missionario padre Vittorio Bonfanti – perché chiede di uscire, di stare tra le case degli uomini. Chiede un cristianesimo audace, capace di raggiungere, prima che le periferie geografiche, le periferie esistenziali. Chiede di dire “Signore, mio Dio” solo se si è capaci di toccare le piaghe del Crocifisso, le ferite dei fratelli. Accorgendosi dell’altro veramente, nella relazione che lo rende fratello». Ed è stato commovente questo radunarsi da tutta la città (c’erano volontari da Crisci ranni, da Frigintini insieme al parroco don Sergio Boccadifuoro, dalla Casa don Puglisi, da parrocchie di Modica Bassa e Alta, da Sant’Elena e Quartarella, ma anche dai cantieri educativi di Pozzallo e Scicli …) per vivere un intenso momento di preghiera in cui portare davanti al Signore la città con le sue ansie e le sue speranze. Ancora più commovente è stato contemplare il Santissimo Sacramento esposto nella rotonda tra i palazzoni costruiti senza molta attenzione né al paesaggio né all’abitare sostenibile, tra il vocio dei ragazzi del quartiere e il silenzio adorante attorno all’altare, tra le finestre chiuse oltre le quali c’è tanta vita e tante storie e lo sguardo intenso e commosso di chi avverte come sia importante che la città ritrovi l’anima, si pensi inclusiva, non dimentichi le sue periferie. E nelle preghiere sono emersi gratitudine per i segni nati in questi anni, come pure invocazione perché la città diventi sempre più luogo di fraternità e di giustizia. I ragazzi di Treppiedi inseriti nel progetto di animazione “Stradivertendo” hanno portato davanti al Santissimo i segni del loro cammino: il plastico con la città sognata bella; il cerchio che fa uguali e il pallone che rimanda allo sport e alle sue regole; i nomi di amici provenienti da tutto il mondo, ricordando che ognuno è importante e non conta il colore della pelle o la diversa provenienza … «Oggi abbiamo sperimentato come Dio sta in mezzo a noi, ora siamo chiamati a ritrovarlo compagno di viaggio nella vita di ogni giorno» – ha concluso padre Vittorio, mentre con l’Ostensorio tracciava un segno di croce con cui Dio dire la sua continua benedizione, tutti amando e attendendo. Messaggio che l’anno giubilare della misericordia sottolinea e che diventa concreto nella misura in cui si vive una fede incarnata, generosa e coraggiosa, capace di riconoscere nei poveri la visita di Dio e di non ridursi a vuota religiosità.

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su twitter
Twitter
Condividi su whatsapp
WhatsApp
Condividi su email
Email
Condividi su print
Stampa