Molti animali hanno un osso nel pene. Perché l’uomo no? La rubrica del dottore Federico Mavilla

Dott. Federico Mavilla

Tornando indietro all’epoca dei miei tempi universitari, mi ricordo che circolava tra gli studenti la domanda che un noto cattedratico di anatomia aveva fatto ad una impreparata, ma certamente sprovveduta e ingenua studentessa “ Di che tessuto è fatto il pene?”

e la risposta lapidaria “ Di tessuto osseo, professore” !!! ……
Al di là della conseguente ilarità, è bene sapere che la risposta fornita dalla studentessa ha alla base una sua reale veridicità. Già, perché in effetti, cosi come si può leggere in un approfondimento pubblicato su IFL Science, tutti i maschi dei mammiferi hanno naturalmente in comune la presenza del pene, organo necessario per la riproduzione e la minzione. Oltre alle dimensioni e alle forme, c’è un’altra differenziazione da fare tra i peni: la presenza o meno di un osso.
I mammiferi maschi di diverse specie, inclusi i gatti, i cani e i topi, hanno un osso nel loro pene, detto baculum, termine latino che, tradotto in italiano, significa ‘bastone’ o ‘verga’.
Chiaramente i maschi umani non posseggono un osso penico e sono gli unici primati, insieme alle scimmie ragno, ad essere mancanti in tal senso.
Tuttavia, l’uomo non è l’unico mammifero a non averne uno: le balene, i cavalli, i rinoceronti, i conigli, gli elefanti e i marsupiali ne sono altrettanto sprovvisti. Perché alcune specie sono dotate di osso penico?
Bene, detto in maniera semplice, per aiutare i maschi a mantenere l’erezione abbastanza a lungo da penetrare l’organo riproduttivo femminile e lasciarvi lo sperma. L’osso penico ha la sua sede nell’uretra maschile e quando richiesto i muscoli addominali lo spingono nel pene, causando l’erezione.
Il baculum, però, non ha solo la funzione di allungare i tempi dell’erezione ma anche quella di velocizzare l’amplesso: infatti, si è più lesti a copulare con un pene immediatamente eretto grazie all’osso, anziché dover attendere che il sangue confluisca al suo interno. L’elemento della velocità, in effetti, non è di poco conto in molte specie, perché l’accoppiamento spesso deve essere rapido. Un esempio? Un leone, grazie al suo baculum, può accoppiarsi ben 250 volte in quattro giorni. Mica male! Attenzione, però, l’accoppiamento di un leone ha una durata di 60 secondi circa ma, grazie alla sua ‘verga’, l’animale è sempre pronto a un nuovo amplesso con la prima leonessa che gli capiti sotto tiro.
Perché i maschi degli esseri umani ne sono sprovvisti? Un tentativo di risposta proviene da Richard Dawkins, biologo evoluzionista, autore del libro The Selfish Gene, per il quale la mancanza del baculum è risultato di una selezione sessuale da parte delle femmine in cerca di uomini sani. In pratica, avere un pene che si erge grazie a un fenomeno ‘idraulico’ piuttosto che mediante un osso, significa che non tutti gli uomini avranno una buona capacità erettile, ragione per cui la femmina seleziona esclusivamente il maschio a cui il pene funziona a dovere. Inoltre, a differenza – come visto – dei leoni, il maschio dell’essere umano non ha la stessa necessità di moltiplicare a dismisura i propri rapporti riproduttivi, da cui l’ipotesi dell’inesistenza del baculum nell’uomo anche perché sarebbe poco utile. ( pagine mediche.it )
……Tornando all’esame di anatomia, la battuta finale del professore fu “ Non s’illuda, signorina, non s’illuda”….

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