Pozzallo, arrestato libico. Si stava imbarcando per Malta con un’auto svizzera rubata del valore di 140.000 euro

porto_di_pozzallo auto rubata

La Squadra Mobile  e la Polizia Stradale – ha sottoposto a fermo di Polizia Giudiziaria il cittadino libico Abdulmalik Bashir Musa, di 22 anni, residente in provincia di Milano, per il reato di ricettazione.
Durante un controllo straordinario del Porto di Pozzallo,

in particolar modo dell’area dedicata alle partenze Malta, ha notato il cittadino libico a bordo di una lussuosa autovettura con targa svizzera.
Il servizio di osservazione da parte della Squadra Mobile era finalizzato a “confondersi” tra i passeggeri in partenza per Malta così da poter verificare la presenza di persone sospette che stavano per imbarcarsi.
Dopo 30 minuti di attività d’indagine veniva notata un’auto Land Rover con targa svizzera di grossa cilindrata del valore commerciale di 140.000 euro circa. Considerato che l’auto aveva targa svizzera ed il conducente era verosimilmente nord africano si procedeva al suo controllo, proprio mentre stava per imbarcarsi.
Il cittadino libico con regolare permesso di soggiorno italiano, riferiva ai poliziotti di aver percepito una somma di denaro solo per consegnare l’auto a degli acquirenti a Malta e quindi di aver solo trasportato il veicolo.
L’immediata, quanto anomala, giustificazione del conducente ha dato inizio a controlli approfonditi sul veicolo. Polizia Stradale e Squadra Volanti hanno scandagliato l’auto da cima a fondo e la perquisizione ha dato esito negativo. Da un controllo della targa effettuato anche in ambito internazionale da parte dei poliziotti, è stato possibile appurare che l’auto fosse provento di furto e pertanto il conducente dovrà rispondere del reato di ricettazione.
L’uomo non ha saputo giustificare in alcun modo le modalità con le quali era entrato in possesso del veicolo rubato, pertanto, considerato il reato commesso gli operatori della Polizia di Stato hanno sottoposto il cittadino libico a fermo.
Musa è stato condotto prima presso gli uffici della Squadra Mobile di Ragusa per la sua compiuta identificazione grazie all’intervento della Polizia Scientifica e successivamente in carcere su disposizione della Procura della Repubblica di Ragusa.

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