IL PIANO PAESAGGISTICO SI E’ MACCHIATO DI ROSSO. Riceviamo e pubblichiamo

Nella gazzetta ufficiale regionale siciliana n. 20 del 13 maggio scorso è stato pubblicato il Piano Paesaggistico della provincia di Ragusa approvato con il decreto regionale del 5 aprile 2016.

La novità, spiacevole, è che si presenta peggiore del Piano adottato nel 2010.

Unica concessione alla collettività modicana è il restringimento del livello di tutela 3 delle vaste aree agricole attorno alla Cava Ispica (segnate in rosso nella tavola cartografica,  ove è impedito qualsiasi intervento edificatorio).

All’Assessorato regionale si sono resi conto che tale livello di salvaguardia poteva riguardare esclusivamente l’area già perimetrata del Parco della Cava ed assegnare all’area esterna ad esso il livello di tutela 2 (segnato in verde nella cartografia).

Ciò consentirà alle aziende agricole esistenti nella zona di programmare con tranquillità le iniziative di sviluppo che fornirà il PSR (Piano di Sviluppo Rurale) 2015-2020.

E però c’è da osservare che ci è stato imposto un P.P. che non ha considerato affatto le osservazioni dell’ente Comune e dei cittadini e che non permetterà la realizzazione delle previsioni di sviluppo turistico del Piano Regolatore (vedi zona a monte di Marina di Modica e altre) in itinere.

Non sto qui a ragionare sui criteri seguiti da chi ha stabilito di segnare le diverse zone del territorio nei livelli di tutela 1 (giallo) e 2 (verde) ma non posso non esimermi dal giudicare cervellotica l’assegnazione di tutela di livello 3 ad estese porzioni del territorio che nel precedente Piano adottato risultavano di livello 2 e 1 o prive del tutto di tutela.

Mi riferisco a tutte quelle aree dove, secondo l’assessorato, sono presenti i boschi e i terreni assimilati secondo la legge.

E’ già criticabile ed ingiustificato il criterio di assegnare la massima tutela a quei terreni realmente coperti da boschi in quanto è vero che in Italia, a norma della disposizione nazionale (art. 142 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio e del decr. Lgs 227/2001) a cui fa espresso riferimento l’assessorato nell’applicazione delle scelte operate nella stesura definitiva del P.P., in questi vige esclusivamente il vincolo paesaggistico e non viene impedita l’edificazione a scopo rurale (e così è previsto nei Piani Paesaggistici delle altre regioni d’Italia).

Faccio presente per chi non lo sapesse che quasi il 40% del territorio nazionale è coperto da boschi e che oltre il 60% di questi sono di proprietà privata.

Comunque la cosa ancora più incredibile, criticabilissima,  ingiustificata ed illegale è che anche i terreni non coperti da boschi ma spesso limitrofi ad essi e però coperti dai nostri tipici alberi da frutto, quali carrubi, olivi, mandorli, fichi d’india etc. sono stati indicati nella tavola cartografica normativa con il colore rosso di livello di tutela 3.

Tutto ciò in quanto, secondo quanto scritto a pag 21 della gazzetta, l’assessorato ha preso in considerazione e per buona la cartografia dei “boschi” del SIF (Sistema Informativo Forestale della Regione Siciliana) redatta nel 2012.

Allora una cosa è certa. Quando la Sovrintendenza di Ragusa mostrò tra gennaio e luglio del 2010 negli incontri con gli amministratori del Comune di Modica la bozza del P.P., che poi venne adottato nel novembre 2010 , le aree dei boschi non erano state considerate e solo alcune ricadevano in qualche zona rossa di tutela 3 del territorio provinciale mentre altre nelle zone verdi di tutela 2 per altre considerazioni paesaggistiche e non per il fatto di essere dei boschi in quanto tali.

La Sovrintendenza e l’ente regionale si sono comportati come quelli che fanno sposare per procura un tizio facendogli vedere la foto di una donna carina e poi lo sposo scopre di aver sposato invece la sorella di questa, più brutta e  più vecchia.

Ebbene la cartografia forestale è assolutamente inattendibile ed il redattore di una siffatta sconcezza ha sicuramente contornato nelle tavole ortografiche del territorio regionale le aree visibili coperte da vegetazione arborea senza distinzione alcuna tra la vegetazione forestale e le semplici coperture vegetali da frutto.

Faccio alcuni esempi per Modica: il giardino di villa Cascino, i terreni sotto il pizzo, il lavinaro di San Paolo, i terreni dietro la Stazione ed tanti altri ancora.

Meno male che nella circ. n. 9, prot. 1829 del 4/4/2012 dell’Ass. Reg. dei Beni Culturali e dell’identitàxxxxxxxx il dirigente generale fa presente che l’Inventario Forestale Regionale rappresenta un utile ausilio alle tematiche dei P.P. in itinere per la delimitazione fisica dei “boschi” ma scrive altresì:” Tuttavia, la natura di una zona boscata, con riferimento alla sua natura giuridica, nell’una come nell’altra accezione di legge, è determinata dalla presenza effettiva del bene giuridico “bosco”, indipendentemente dalla sua rappresentazione cartografica.

La natura dinamica del bene stesso può dunque richiedere, nei casi controversi, un apprezzamento diretto della presenza e consistenza del bene nel territorio, dovendosi escludere che il ricorso ai documenti cartografici, per quanto accurati, aggiornati e fatti propri dalle analisi tematiche dei Piani Paesaggistici, possa essere considerato esaustivo in tutti i casi, ma indicativo dell’entità e della distribuzione del “bosco”.

Adesso allo sposo fregato ( gli amministratori e i cittadini di Modica) non resta che chiedere il divorzio…e cioè fare ricorso al TAR entro 60 giorni dalla pubblicazione degli elaborati  del Piano Paesaggistico all’albo del Comune.

Giorgio Caruso

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