RIUSCITA LA PROTESTA SU FEDERDISTRIBUZIONE. A RAGUSA TENUTISI I SIT-IN DINANZI ALLA SEDE DELLA ERGON

Protesta dinanzi sede Ergon

Pienamente riuscita la due giorni di protesta dinanzi alla sede della Ergon di contrada Bettafilava a Ragusa. La manifestazione sindacale è stata promossa dalla Fisascat-Cisl Ragusa Siracusa a supporto delle otto ore di sciopero, tenutesi sempre in due giornate, giovedì e venerdì scorsi, a fronte della cessazione delle trattative per la definizione del primo Contratto collettivo nazionale di lavoro riferito alle aziende aderenti a Federdistribuzione.

“Il sit-in, che ha visto la partecipazione di alcuni lavoratori dipendenti della Ergon – sottolinea il segretario territoriale Salvatore Scannavino – aveva uno scopo preciso, quello di sensibilizzare la controparte su una tematica che riteniamo di fondamentale importanza e rispetto alla quale non ci può essere la cessazione delle trattative ma anzi auspichiamo che le stesse riprendano il prima possibile. Cercheremo, nei prossimi giorni, di illustrare al meglio le nostre ragioni, le ragioni di una protesta che secondo noi ha tutte le motivazioni d’essere”. Tra queste ragioni, quelle che contestano la destrutturazione del sistema di inquadramenti utilizzando la leva del Jobs act, l’imposizione di norme destinate a consentire alle aziende di derogare a tutte le norme del futuro contratto anche in assenza di accordo tra le parti a livello aziendale. E, ancora, la definizione di aumenti salariali per effetto dei quali le retribuzioni dei dipendenti delle aziende aderenti a Federdistribuzione dovrebbero subire alla data di scadenza del contratto (31 dicembre 2018) un danno di 1.170 euro al quarto livello d’inquadramento rispetto al contratto applicato ai dipendenti delle altre aziende del commercio, ossia alla stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori del settore. In aggiunta a ciò, rispetto a quanto sottoscritto un anno fa con Confcommercio, dai testi consegnati da Federdistribuzione è emersa palese la volontà di modificare in peggio le norme contrattuali sul mercato del lavoro, apprendistato-contratti a termine, orario di lavoro e flessibilità.

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