Riflessione sulla chiesa rupestre di Santa Venera a Modica. Lettera al direttore

Santa Venera 3

Gentile redazione di RTM, sono Francesco Galazzo abitante del quartiere Vignazza.

Spesso mi piace camminare per le stradine del Quartiere Catena e Sant’ Andrea, alla Vignazza. Le conosco tutte. Quando ero apprendista presso un elettricista,
le percorrevo in lungo ed in largo per raggiungere le case di quanti ci abitavano per fare delle riparazioni elettriche. Erano gli anni ’60, le case molto modeste avevano gli impianti elettrici con filo a cordino attorcigliato in isolatori di porcellana. Le case più modeste avevano una lampadina in ogni stanza ed una presa per la lampada votiva dei defunti.
Le case erano tutte abitate, il Quartiere Vignazza era uno dei più popolati di Modica.
Anche le grotte, che numerose insistono in questo Quartiere, trasformate in case, ospitavano famiglie. In questo contesto in cui vivevo, sentivo parlare della Chiesa di Santa Venera, ma, pur essendo nativo della zona, non sapevo con esattezza dove fosse ubicata. Sicuramente gli interessi della mia adolescenza erano altri. A distanza di tanti anni, da adulto, ho sentito il desiderio e la voglia oltre ad una forma di amore verso il mio Quartiere, di ripercorrere le viuzze e le scale che si intrecciano in un saliscendi tra loro. Quanta gioia nel rifare i percorsi dell’adolescenza. Quanto sono belli i panorami che guardano alla Giacanda; a Monserrato; alla Mista e che passo dopo passo cambiano continuamente così come cambia momento dopo momento la cromia delle case grazie alla continua variazione della luminosità del giorno. Un panorama non che non incanta ma rende magico il momento in cui guardi perchè lo sguardo è supportato del ricordo. Appunto il ricordo di ognuno che ha vi ssuto in questo Quartiere.
Ognuno rivede un pezzo della propria vita come nello srotolarsi in un film.
Appunto un film, perchè la realtà è tristemente diversa. Le stradine e le scale sono sempre allo stesso posto. La differenza sta nel fatto che se prima in ogni casa si trovava una famiglia, le stradine erano continuamente percorse da tanta gente e gli spazi erano riempiti dalle grida dei fanciulli, ora moltissime case sono disabitate, abbandonate, diroccate. I pochi abitanti che ci abitano ( nel lato di Santa Niria è peggio ) lo fanno perchè troppo attaccati alle proprie radici, e grazie a loro ed ai disagi con cui si debbono confrontare, il Quartiere continua a vivere.
In questo contesto si trova la grotta che ospita la così detta Chiesa di Santa Venera. In questo Quartiere antico e rupestre si hanno tracce di accadimenti che hanno fatto in parte la storia della nostra Modica. La Chiesa di Santa Venera, come tutti sanno, si trova nel versante del castello dei Conti definito Porta Sant’Anselmo. Parliamo di Chiesa ma in effetti si tratta di una grotta laddove all’interno si trova un’effige di una Madonna. Questa grotta, come tante altre della zona del Quartiriccio,
sono state “vestite”, cioè sono state incorporate in edifici che poi hanno dato ospitalità alle famiglie che si sono succedute.
Quando il quartiere incomincia ad essere svuotato, molte case sono rimaste abbandonate a se stesse e quindi sono andate verso la distruzione. Una di queste è quella che aveva inglobato la Chiesa di Santa Venera in Vico Cannizzaro. Nella cronaca passata ho trovato queste informazioni: Nel 2010 la grotta è stata acquistata dal Centro Studi Contea di Modica con la volontà di metterla a disposizione della Soprintendenza ai Beni culturali di Ragusa e, dopo il restauro renderla fruibile a studiosi e turisti.
Nell’Ottobre 2012 in un’assemblea del Centro Studi si parla di accantonare le prime somme per il recupero di Santa Venera. Nel Maggio del 2013 si tiene una iniziativa sempre del Centro Studi e sempre per la raccolta di fondi. Nel Luglio 2013 un’altra iniziativa del Centro dove si comunica che le prime somme raccolte saranno utilizzate per iniziare dei lavori di recupero nell’Ottobre dello stesso
anno. Il 3 Febbraio 2014 in un’altra iniziativa del Centro Studi, viene riconfermato l’avvio dei lavori di recupero, che ancora non era avvenuto, previo il parere della Soprintendenza di Ragusa.
Oggi la situazione della grotta è di totale abbandono.
Davanti alla grotta ci sono cumuli di materiali dovuti in parte al crollo di muri attigui. La vegetazione e così folta da non consentire di avvicinarsi. L’immagine che raffigura la Madonna è fortemente danneggiata e, secondo me, di difficile recupero. Dalla rupe scoscesa che sovrasta la grotta è presente da almeno due anni un continuo stillicidio per effetto o della sudorazione della roccia o da qualche leggera perdita d’acqua al livello superiore ( sopra la pianta ) che determina ancora di più il danneggiamento del dipinto.

L’unica manutenzione fatta è stata la scerbatura da parte del Comune nel contesto della scerbatura delle strade del Quartiere, ma ciò non è sufficiente per rendere fruibile il sito. Molti visitatori/turisti che transitano per la Via Catena, che è parallela alla Via Santa Venera, vogliono vedere la grotta e, per quel che mi è capitato, la prima cosa che chiedono è come mai una testimonianza così importante non sia non solo valorizzata ma addirittura abbandonata e fatiscente. Modica era bella ancor prima del Barocco ed ancor prima del cioccolato.
Non raccontiamo Modica solo come patria del Barocco e del cioccolato ma raccontiamola e facciamola conoscere in tutte le sue sfaccettature. Facciamo sì che i turisti che visitano Modica, oltre ai soliti siti, possano godere degli scorci dei suoi antichi Quartieri, delle sue stradine interne che nascondono tante bellezze che neanche noi Modicani conosciamo. Teniamo dignitose e pulite le nostre viuzze e abbelliamole con fiori e non creando discariche in ogni angolo. Se vogliamo fare un salto di qualità nel turismo, è necessario il coinvolgimento e la collaborazione degli abitanti. L’opera dell’Amministrazione da sola non può bastare, chiaramente condizione essenziale è che i servizi pubblici nei Quartieri siano efficienti perchè, più si svuotano i Quartieri storici quanto più si debbono rafforzare i servizi per frenare questa emorragia.

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