PERCHE’ SI INGRASSA. La rubrica del dottore Federico Mavilla

Federico Mavilla

Sono certo che ognuno di voi, almeno una volta nella vita, si è fatto questa domanda: perché ingrassiamo quando mangiamo troppo?
E’ bene sapere che le responsabili hanno un nome ben preciso: le cellule grasse, ovvero quelle che compongono il tessuto adiposo – che, ricordiamo, funziona come cuscinetto di protezione contro i traumi che il nostro corpo subisce quotidianamente – ha il compito principale di immagazzinare energia di riserva per le attività dell’organismo.

Per conoscerle meglio, sappiate che esistono due tipi di cellule grasse (altrimenti note come adipociti): quelle che fanno riferimento al tessuto adiposo bianco (WAT) e quelle che costituiscono il tessuto adiposo marrone (BAT), rispettivamente il grasso bianco e il grasso bruno: il primo è importante nel metabolismo energetico, nell’isolamento termico e nell’ammortizzazione meccanica; il secondo – che si riscontra soprattutto nei neonati e sulle spalle – è fondamentale per la termogenesi (il processo metabolico che produce calore). Dove si trovano le cellule grasse? Si trovano in diverse parti del corpo, in linea generale sotto la pelle (tant’è che si parla di grasso sottocutaneo), ma anche nei pressi dei reni e del fegato. Inoltre, il grasso si concentra su determinate zone del corpo in relazione al genere. Su un uomo adulto, infatti, il grasso tende ad ‘ammassarsi’ sul petto, l’addome e i glutei, dando luogo a una forma simile a una pera; su una donna, invece, esso si addensa sui seni, i fianchi, la vita e i glutei, provocando l’effetto ‘forma di mela’.
Le cellule grasse hanno, pertanto, il compito di creare dei veri e propri magazzini che si sviluppano quando la quantità di energia prodotta dalla nostra alimentazione supera il fabbisogno corporeo, in modo tale da usare il superfluo all’occorrenza. A chi dobbiamo questo meccanismo? Ai nostri antenati!
Sì, perché nel ‘passato remoto’, l’uomo non sempre poteva ricavare dall’ambiente circostante ciò che gli serviva per sopravvivere, per cui, quando possibile, si alimentava in eccesso, immagazzinando energia nel tessuto adiposo, affrontando così al meglio i momenti di magra. Ingrassiamo, dunque, perché produciamo un’eccessiva quantità di energia rispetto a quella usata dal nostro corpo per il suo corretto funzionamento. Ecco perché le cellule grasse sono strettamente correlate al nostro peso, per cui alla ‘perdita’ delle prime (anche se, come leggeremo tra poco, non sono ‘immortali’) ne consegue una diminuzione del secondo.
A tal proposito, per mantenere un peso sano, è fondamentale seguire una dieta equilibrata (ovvero adeguate quantità di carboidrati, grassi e proteine); non mangiare troppo (in linea di massima, si consiglia di non superare tra le 1.500 e le 2.000 calorie al giorno); fare attività fisica costante.
Attenzione, però, non si possono eliminare definitivamente le cellule grasse: ovvero, ogni qual volta muoiono, ne nascono delle altre che le sostituiscono prontamente. Questo è stato dimostrato nel 2007 da una ricerca svedese, pubblicata su Nature per cui il numero degli adipociti rimane costante nell’organismo di un adulto durante tutto il suo ciclo di vita (e ciò avviene anche in chi è dimagrito dopo aver perso parecchi chili). La spiegazione sta sia nella combinazione tra il numero delle cellule di grasso e la loro grandezza, sia dallo stato degli adipociti che, nel corso della vita, subiscono delle modifiche a seconda della quantità di grasso assunta con il cibo. In poche parole, l’obiettivo, per dimagrire, non è eliminare le cellule grasse ma renderle meno grosse, svuotando i ‘depositi’ del superfluo…..

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