Ventiquattresimo anniversario della morte di Paolo Borsellino. L’impegno della Cgil di Ragusa contro tutte le mafie che distruggono il lavoro

Paolo Borsellino

In occasione del 24° anniversario della morte di Paolo Borsellino la Cgil di Ragusa aderisce alla manifestazione che si terrà, a Marina di Ragusa, martedì prossimo. In occasione dell’anniversario della strage di via D’Amelio la Cgil vuole ricordare quella stagione tragica analizzando la situazione sotto il profilo dell’attualità, dove da un lato si è abbassato il livello di violenza armata delle cosche, dall’altro le mafie in questi ultimi anni si sono rafforzate sotto il profilo economico attraverso il controllo di diverse attività di tipo “legali”.

In questi ultimi anni sono emerse sempre di più, grazie all’azione di repressione, casi di aziende appartenenti a gruppi di criminalità organizzata in settori strategici dell’economia. Il nostro territorio è purtroppo inquinato a causa della presenza di gruppi mafiosi che hanno investito in attività economiche sopratutto nell’indotto del settore agricolo.
Il Mercato Ortofrutticolo di Vittoria non è a riparo dai rischi di infiltrazione mafiosa in diversi segmenti della filiera. La commercializzazione, la logistica, il trasporto e gli imballaggi rappresentano nodi cruciali su cui spesso si realizzano le infiltrazioni mafiose.
Di fronte a questa situazione cosa succede al lavoro che opera in questi contesti? Quanto alto è il livello di negazione dei diritti per questi lavoratori, in termini di mancato rispetto dei contratti, delle norme minime di sicurezza? In un sistema fortemente influenzato dalle “leggi” dettate dalla criminalità, il lavoro muore assieme ai diritti e alla dignità delle persone.
Di fronte a tutto ciò occorre reagire attraverso il risveglio delle coscienze. E’ sempre più asfissiante l’assenza di una forte reazione della politica e della società civile. Occorre ripartire dall’infondere un cambiamento culturale a 360° partendo dalle nuove generazioni e al tempo stesso marcare con assoluta fermezza lo spartiacque tra l’economia sana e i settori inquinati dalla mafia. Nessuna connivenza tra le imprese sane, gli imprenditori perbene, e quei contesti economici e aziendali dove è presente la mano lunga delle cosche. Questo deve essere per il nostro territorio l’inizio di una vera svolta dove ognuno di noi, partendo dal proprio ruolo e responsabilità, deve sentirsi impegnato. Non possiamo più aspettare, occorre ripartire perché altrimenti si uccide la speranza verso il cambiamento e la possibilità di nuovo modello di sviluppo sostenibile per il nostro territorio.
Infine affinché l’azione della magistratura e delle forze di polizia sia compiutamente resa efficace occorre chiudere il percorso parlamentare della legge di iniziativa popolare sulle aziende sequestrate e confiscate alla mafia. Ricordiamo che la proposta di legge, il DDL 2134 nasce da una iniziativa popolare e ha lo scopo di rendere concreto il passaggio delle aziende da un controllo mafioso verso una gestione legale, garantendo in questo modo il lavoro e le regole del mercato regolare. Occorre per questo una legge che metta al centro una serie di strumenti a disposizione delle amministrazioni giudiziarie che gestiscono le aziende tolte alla mafia ed evitare quindi la chiusura delle attività, la perdita dei posti di lavoro e in generale dei patrimoni. Questa legge è urgente perché sono ormai tante le imprese sequestrate e confiscate e non è possibile far passare l’idea che con la mafia gira l’economia e con la legalità si perde il lavoro.
La Cgil continua l’impegno in questa direzione perché la lotta alle mafie significa lottare per il lavoro e la democrazia.

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