SE LE PARALLELE CONVERGONO….. ossia il pericolo spesso si trasforma in tragedia

carmelo scarso

1° Luglio: strage di Dacca;
8 Luglio: uccisioni a Dallas;
12 Luglio: disastro sulla tratta ferroviaria Corato- Andria;
14 Luglio: strage di Nizza;
17 Luglio: uccisioni di Baton Rouge.

Dire che questo mese di Luglio sia un disastro per l’umanità è molto riduttivo. Sarebbe il caso di dire che l’umanità sembra andare in fallimento.
Pericoli per l’umanità sono disseminati ovunque, soprattutto di questi tempi. Se i pericoli vengono eliminati, non si consumeranno tragedie. Spesso i pericoli o vengono sottovalutati o strumentalmente e per interessi di varia natura vengono portati alle estreme conseguenze, come questi giorni ci insegnano. Infatti, in mezzo a stragi ed uccisioni, che hanno il comune denominatore nella volontarietà delle iniziative delittuose, sta il caso di natura involontaria del disastro ferroviario avvenuto in Puglia,
I fatti volontari sopra richiamati nella loro fase organizzativa ed esecutiva erano del tutto imprevedibili ed inevitabili, perché espressioni di iniziative di singoli soggetti di per sé non controllabili. Infatti, i fatti di Dallas e di Baton Rouge negli USA sono stati commessi da soggetti del tutto insospettabili, mentre le stragi commesse dagli adepti dell’ISIS si inquadrano in una puntuale strategia terroristica per cui i singoli adepti hanno ampia libertà di azione distruttiva in qualunque parte del mondo, ad una sola condizione: quella di morire insieme alle vittime innocenti.
Il disastro ferroviario della Puglia, invece, è un fatto involontario, ma del tutto prevedibile ed evitabile: il possibile, ancorché remoto, scontro di due treni percorrenti giornalmente lo stesso binario unico. Tale disastro è successo perché il vetusto sistema di controllo umano non ha funzionato. Oggi é del tutto inconcepibile che, nonostante la moderna computerizzazione dei sistemi di controllo, che riducono a zero gli errori, una linea ferroviaria nella civilissima Italia sia affidata al controllo umano, come si faceva cento anni fa, e pertanto soggetta al pericolo dell’errore umano. Come umanità dobbiamo rassegnarci: l’uomo sbaglia, la macchina no.
Entrambi le tipologie dei fatti comportano responsabilità in capo a quanti, a diverso titolo, sono preposti al controllo della evoluzione negativa dei pericoli e quindi alla prevenzione degli eventi dannosi.
E’ del tutto evidente che la responsabilità sussiste in relazione alla prevedibilità ed evitabilità degli eventi, per cui è di sicuro colpevole chi ha omesso le dovute precauzioni rispetto ai fatti prevedibili.
Ma, in questo mese di Luglio è accaduto anche altro, che si connette alla logica della responsabilità per gravi eventi.
Da tempo predico, oramai da single, la assoluta inadeguatezza e la concreta pericolosità delle strutture giudiziarie di Ragusa. Ho denunciato perduranti omissioni di dovuti controlli ed i responsabili degli Uffici competenti (primi fra tutti quelli deputati alla salute e alla sicurezza dei lavoratori della giustizia) si sono girati dall’altra parte per non urtare (mi rifiuto di pensare ad altro) la suscettibilità dei responsabili, a tutti i livelli, delle strutture giudiziarie. Parole gettate al vento che possono trovare una sola spiegazione, ma non troveranno mai alcuna giustificazione: essere convinti e sicuri della impunità.
Il pericolo che si corre nelle suddette strutture è del tutto evidente, ma per chi non volesse ancora vedere, ecco approntati nottetempo (per l’urgenza dell’intervento), transennamenti attorno alla strutttura del Palazzo INA: la giustizia, rectius la struttura giudiziaria sembra cadere a pezzi.
Fino a quanto durerà questa situazione pericolosa ?
Nel Gattopardo, il principe di Salina Don Fabrizio sulla durata delle vicende umane così si esprime: “Tutto questo…non dovrebbe poter durare; però durerà, sempre; il sempre umano, beninteso,…”.
In questo mese di Luglio, il sempre umano ha avuto il suo epilogo per le vittime di Dacca, Dallas, Nizza, Baton Rouge e della tratta ferroviaria Corato-Andria.
Ma, passato Luglio…

nella foto carmelo scarso(avvocato)

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