Ex Palazzo di Giustizia di Modica. “Nostalgia o responsabilità?” di Enzo Galazzo(riceviamo e pubblichiamo)

Tribunale di Modica

enzo galazzoCon l’approssimarsi delle scadenze elettorali (e referendarie) tornano a fioccare le iniziative di quanti lavorano per una loro conferma in Parlamento. La proposta dell’On.le Nino Minardo, di destinare l’Artistico di Modica nell’ex Palazzo di Giustizia, riportata oggi dalla stampa, è tra queste.

Il parlamentare, del quale si erano perse le tracce dall’indomani della sua elezione (rectius: nomina), ha voluto dire “basta alle chiacchiere e alle inutili nostalgie” prospettando per l’Istituto l’utilizzo della struttura giudiziaria; ciò sebbene lui stesso avesse, appena cinque mesi fa (il 3 marzo 2016) dato notizia di un suo incontro con la Sen. Federica Chiavaroli, sottosegretario alla Giustizia, lasciando intravedere la doppia sede di Ragusa e Modica. Quel che colpisce della proposta è tuttavia la disattenzione riservata all’aspetto economico dell’operazione: è stato valutato il costo degli interventi di manutenzione resi necessari dalla nuova destinazione d’uso o si pensa che il trasferimento possa avvenire con un colpo di bacchetta magica? Non sarebbe il caso di impegnarsi per accelerare l’acquisizione della disponibilità dell’ex Ospedale San Martino, già sede universitaria, che darebbe impulso, con la presenza di centinaia di ragazzi, alla economia di Modica Alta? Non crede l’onorevole di venir meno alla sua funzione nel momento in cui rinuncia ad assicurare al comprensorio un servizio giustizia di prossimità? Ha valutato l’on.le Minardo i maggiori costi sopportati dall’utenza e le diseconomie subite a causa del fatto che centinaia di persone, ogni giorno si vedono costrette a trasferire nell’ex capoluogo le loro risorse per l’acquisto di forniture o per servizi? Sa quali lunghissimi tempi richiede oggi l’emissione di una sentenza?
Mi permetto allora io una proposta: E’ tuttora in vigore l’art. 1, comma 397, della L. n. 147/2013 che autorizza il Ministro della Giustizia a disporre, nell’ambito di apposita convenzione stipulata con la Regione, l’utilizzo di immobili già adibiti ad uffici giudiziari soppressi, con spese a carico del bilancio della Regione.
Il Presidente Crocetta aveva assicurato a più riprese al Comitato pro Tribunale, senza mantenere la parola, la sua disponibilità ad assumere tali spese e a darne comunicazione al Ministero. Poi, anche a causa della inerzia della rappresentanza parlamentare nazionale e regionale, non se ne è fatto niente. Quella legge è tuttora in vigore e può consentire il riutilizzo del Palazzo di Giustizia. E allora, se ne solleciti l’applicazione anziché proporsi a commissari liquidatori. Non per nostalgia, ma per rispetto delle risorse della Città e del suo comprensorio.

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