Pozzallo, La Polizia ferma altri 4 scafisti; 2 hanno condotto 1 gommone con 121 migranti, 2 un barchino con 27 migranti.

sbarco

La Polizia a seguito di questo nuovo sbarco, ha raccolto gravi indizi di colpevolezza a carico di: SISSE Hassan, 30 enne del Gambia, NINGA Alieu, 29 enne senegalese, SEY Alpha Omar e ABDOULIE Jallow, entrambi 28 enni del Gambia. I migranti provenienti dal centro Africa sono stati ospitati presso l’Hot Spot di Pozzallo per essere visitati, identificati e trasferiti in altri centri.

Giovedi mattina l’unità navale “TOPAZ RESPONDER” veniva inviata da IMRCC Roma verso l’unità navale “PHOENIX”, per trasbordare i migranti intercettati da quest’ultima unità in due distinti eventi SAR. Alle successive ore 12:20 la nave “TOPAZ RESPONDER” dava inizio alle operazioni di trasbordo dei complessivi 40 migranti di varie nazionalità. La nave “TOPAZ RESPONDER” faceva quindi rotta verso il porto di Pozzallo ma si imbatteva in un gommone alla deriva traendo in salvo altri 121 migranti; giungeva alle ore 15:30 circa del 12.08.2016 con a bordo complessivamente 161 persone.
Dopo le operazioni sanitarie di rito, i migranti venivano trasferiti presso il locale Hotspot per le operazioni di pre-identificazione a cura della Polizia Scientifica e dell’Ufficio Immigrazione della Questura di Ragusa.

Gli uomini della Polizia di Stato – Squadra Mobile Questura di Ragusa – con la partecipazione di un’aliquota dei Carabinieri e della Guardia di Finanza hanno concluso le indagini in ordine al reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina in 14 ore, ovvero fino a tarda notte.

La Polizia è impegnata quotidianamente in indagini volte al contrasto dell’immigrazione clandestina e sta registrando, sempre più, l’utilizzo di piccole imbarcazioni da parte di famiglie di libici che decidono di allontanarsi dalla loro terra, dato che prima non veniva acquisito.
A differenza degli altri, i libici che partono dal loro paese non vogliono viaggiare con i centro africani, anche per rischiare meno considerati i tragici eventi di cui sono a conoscenza.
Per il barchino con 8 migranti a bordo (tutti libici) non è stato possibile arrestare lo scafista considerato che faceva parte di una delle due famiglie a bordo e non ha commesso il reato di favoreggiamento in quanto ha aiutato se stesso ed i suoi familiari a giungere in Italia.
In pratica non sono stati raccolti gravi indizi di reato in ordine al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Diversa la posizione di due giovanissimi gambiani che hanno condotto una piccola barca con 27 migranti, così come quella dei due extracomunitari che hanno condotto il gommone con 121 passeggeri. Per quest’ultimi le responsabilità sono chiare, dovranno tutti e 4 rispondere del reato previsto dal testo unico sull’immigrazione. Durante l’acquisizione delle testimonianze per i reati commessi ai danni dello stato italiano, è stato possibile registrare un incremento delle violenze subite dai migranti nelle connection house in Libia. I testimoni parlano di uccisioni per futili motivi e violenze inaudite da parte dei libici ai danni dei centro africani.
Gli scafisti fermati sono stati fotosegnalati dalla Polizia Scientifica in quanto autori del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, per poi essere condotti presso il carcere di Ragusa a disposizione dell’Autorità Giudiziaria iblea. Nel 2016 sono 121 gli scafisti fermati in provincia di Ragusa.

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