Il Vescovo della Diocesi di Noto si scaglia contro i Pokemon e annuncia azioni legali

Antonio-Staglianò

Lotta ai Pokemon. La genera il vescovo della Diocesi di Noto, Antonio Staglianò, che lancia nuovamente il suo anatema contro la nuova applicazione “Pokemon Go”, che da qualche mese è diventato un “cruccio” di molti giovani. Il prelato, addirittura, minaccia un’azione legale nei confronti di un gioco che lo stesso definisce “un diabolico allarme sociale”.

Staglianò si è già rivolto ai suo legali, gli avvocati Corrado Valvo del Foro di Siracusa e Marcello Bombardiere del Foro di Crotone di pensare la fattispecie della denuncia. “C’è in campo la sicurezza sociale degli uomini e delle donne della terra da preservare”.

Il vescovo divenuto famoso poichè come consuetudine ama intonare canzoni in chiesa di Mengoni, Nek, Bennato, nei giorni scorsi aveva accusato Pokemon Go di creare dipendenza “alienando migliaia e migliaia di giovani” e paragonando il gioco “a un sistema totalitaristico simile a quello nazista”.

Davvero un gioco di questo tipo rappresenta un pericolo, oppure si tratta della “solita” crociata contro i videogame? Per Margherita Spagnuolo Lobb, psicoterapeuta direttore dell’Istituto di Gestalt HCC Italy, questa volta l’allarme è assolutamente giustificato, e l’app è effettivamente pericolosa. “L’effetto del gioco è peggiore di una sbornia, potremmo paragonarlo a un’allucinazione e all’LSD degli anni Settanta”.

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