Il tentato rapimento a Scoglitti. Comincia ad assumere altri aspetti la vicenda

Ram lubhaya cl. 73

Assume contorni diversi la vicenda che vede indagato l’indiano Ram Lubhay con l’accusa di tentato rapimento di una bambina di cinque anni avvenuta a Scoglitti lo scorso 16 agosto. E’ stato detto che l’uomo avesse preso in braccio la minore allontanandosi velocemente prima di essere raggiunto dal padre. Lubhay se ne sarebbe, quindi,

andato per essere successivamente rintracciato dai carabinieri poco dopo e fermato. Ora spuntano dei testimoni i quali sosterrebbero che l’indiano avrebbe preso in braccio la bambina ma non in spiaggia ma in strada dove era salita. Nella nuova versione, il 43enne non sarebbe fuggito ma si sarebbe allontanato solo di pochi metri e, soprattutto, sarebbe rimasto fermo nel momento in cui è stato richiamato dai genitori della piccola. Altro elemento fondamentale: Ram Lubhay, che l’anno scorso aveva contributo a salvare una persona, sarebbe stato alticcio in quel momento avendo assunto prima un cartone di vino. L’indagato si è sempre detto innocente, ma non avrebbe saputo spiegare i motivi per cui ha preso in braccio la minore. Forse, è questa l’ipotesi che si fa strada, il gesto sarebbe derivato semplicemente dall’ubriachezza. Ma, in ogni caso, mancherebbe l’elemento psicologico del rapimento.I genitori della bambina non avrebbero avuta intenzione di denunciare l’accaduto, tant’è che non hanno fatto nulla per bloccare l’indiano, ma sarebbero stati altri a chiamare i carabinieri. L’uomo ora è in attesa di rimpatrio ma tutto lascia pensare che l’operato del pubblico ministero, Giulia Bisello, sia stato corretto. Il difensore del 43enne fa rilevare di non avere ricevuto avviso di conclusione di indagini e nemmeno di giudizio immediato.

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