Modica, il “dialogo” tra Ivana Castello(Pd) e Salvatore Rando(consulente del sindaco)si fa rovente. Riceviamo e pubblichiamo

ivana castello

salvatore randoSignor Rando,

lei ha scritto un articolo che si diffonde sulla storia della sanità, sulla storia del tribunale di Modica, sulla mia smemoratezza giuridica e su tant’altro. Ci mancava, giusto per completezza, un pizzico di Critica letteraria, un po’ di Epistemologia e qualche cenno introduttivo alla Geografia Fisica. In compenso non ha risposto alla questione sollevata.

Ho posto un problema e cammin facendo ne sono sorti almeno altri due. Le confesso che avrei fatto a meno di risponderle, ma sono stata ripetutamente invitata a farlo. Per non approfittare della gentilezza di chi ci legge e di chi ci pubblica, ad ogni buon conto, mi sono data precisi limiti di brevità e di analisi.

Esiste o no, le domando per entrare subito in tema, a Marina di Modica, una guardia medica notturna? Deve rispondere con un sì o con un no. Tutto il resto, come dice lei, è campagna elettorale o, comunque, tentativo di oscurare il sole con un esile foglio di carta. Se c’è dica sì e la dobbiamo trovare; se non c’è vuol dire che i cittadini, dalle 20 della sera alla mattina successiva, non ricevono questo servizio. La colpa è di Crocetta, è dei governi precedenti, è della sinistra, della destra, sua, mia: non interessa. Dobbiamo parlare del problema per cui è insorto questo nostro scambio. Io ho già detto che il problema esiste e ho cercato, per la sua soluzione, di coinvolgere il sindaco. A lei non è piaciuto. Punto.

Nel dibattito mi hanno impressionato due interventi apparsi a commento del suo ultimo scritto. Nel primo si osserva che non convince una guardia medica che mi cura la mattina e mi abbandona la notte. Lei dirà che è meglio di niente, ma io le rispondo che non basta, perché il grado di civiltà dell’Italia vuole ed impone ben altro. La sanità non mi può curare di giorno e, giusto come dice il Signor Francesco, lasciarmi crepare di notte. L’altro si deve ad un valente professionista medico. Invita il sindaco a prendere seimila euro e, anziché dedicarli alle feste, li spenda per l’assistenza sanitaria notturna. Involontariamente chiama in causa il sindaco e dà torto a lei. Che dice, lo mandiamo a parlare con Crocetta?

Prima di concludere le voglio dire che chi ha deciso la chiusura delle guardie mediche si è assunta la responsabilità che è propria dell’omissione di soccorso, perché è questo il reato che si sfiora. E se qualcuno non vuole capirlo e se permangono le odierne condizioni, ai politici, regionali e no, lo farà capire la magistratura. Esattamente come accade coi terremoti, con la cattiva sanità e con l’omissione dei provvedimenti di sicurezza da parte dei privati cittadini. Lo Stato qui agisce com’è suo solito: le leggi valgono per i cittadini ma non per le istituzioni. Perché un cittadino, quando costruisce un edifizio, deve applicare le norme per la sicurezza degli operai e dei passanti? Non potrebbe scusarsi dicendo che non ha i soldi per provvedere? E perché lo Stato, la Regione, il Comune, possono invece farlo?

Per il resto lasci la mia permalosità e non confonda, come spesso accade, la politica con la campagna elettorale. Io tratterò sempre di problemi; lei, invece, fa troppe chiacchiere, ché sono il paravento degli inconcludenti. Agire per affrontare i problemi dei cittadini, senza il fine dell’elezione: questa è la mia scommessa politica. Spero che i cittadini, scaltriti dalle fregature sin ora prese, capiscano il mio linguaggio. Gli auguri di buona campagna elettorale, dunque, glieli ricambio. E vinca il migliore. Anzi, la migliore.

Ivana Castello
Consigliere comunale del PD

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