Dopo il terremoto. Renzi, Grasso, parole e fatti

carmelo scarso

 I politici, tutti, soprattutto quelli di stampo istituzionale-governativo, si sono imbizzarriti in occasione del terremoto e dei suoi effetti.

Ho il vago sospetto che il Governo creda di aver trovato l’occasione per rifarsi la verginità, perduta, di efficienza e di fattività da spendere in autunno per il referendum. Questo mio abbrivio non vuole essere polemica e dico:

magari fosse così; almeno i terremotati di oggi troverebbero immediata soluzione alla loro tragedia naturale.

Il profluvio di parole e i solenni proclami, però, non bastano se non vengono seguiti dai fatti.

In questo marasma parolaio e meramente enunciativo, desidero soffermarmi su una parola, spesa e condivisa da tutti: prevenzione. Tutti si sono trovati d’accordo: il disastro in termini di vittime umane è degli uomini non della natura. Tutti hanno fatto promessa che non dovrà più succedere quel che è successo, tanto più che in molte zone del territorio nazionale, violentato da centinaia di terremoti all’anno, questo terribile male naturale è un evento in attesa.

Fra tutte le dichiarazioni ne richiamo due: quella autorevole del Presidente del Senato, Grasso, il quale ha sollecitato “a prevenire perché ciò non accada più”, e quella, altrettanto autorevole, del Presidente del Consiglio, Dott. Renzi, che ha affermato che “la prevenzione non è una spesa, ma investimento”.

Ebbene, Signori Presidenti Grasso e Renzi, se dobbiamo fare prevenzione Vi indico, per mio dovere di cittadino, un momento concreto di prevenzione, immediatamente attuabile e senza esose spese di adeguamenti.

Il grande plesso del Tribunale di Modica, insistente in una ampissima area dotata di tutti i servizi, antisismico, moderno, efficiente, inaugurato appena nel 2004, è stato chiuso per la legge sulla riforma della geografia giudiziaria, perché la sua funzione giudiziaria è stata accorpata al Tribunale di Ragusa, a distanza di poco meno di quindici chilometri. Il plesso di questo, datato e non antisismico e mancante dei più elementari presidi di sicurezza compresa la scala antincendio, insiste in un dedalo di viuzze del centro storico cittadino. Ad esso risultano accorpati altri viciniori e costosi plessi affittati: il primo, adiacente, anch’esso non antisismico e datato, in cui sono allocati gli Ufficiali Giudiziari e squadre di Polizia Giudiziaria; ed il secondo poco lontano, inutile a dirsi non antisismico e datato, in cui sono state trasferite alcune funzioni giudiziarie civili. Quest’ultimo plesso ha già visto il tentativo di aggressione di un magistrato ed è, nonostante i già costosi adattamenti, già transennato per i cocci che vanno giorno dopo giorno cadendo. Di tutti e tre i plessi ragusani non parliamo della sicurezza perché sarebbe parlare del nulla o quasi.

Signori Presidenti,

non dico nulla che non sia vero: rilevare per credere. Il problema dell’antisismicità del plesso di Modica e della assoluta non antisismicità di quello di Ragusa, è conosciuto a Palazzo Arenula, ma la sufficienza e la irresponsabilità con cui è stato affrontato è dimostrata dal seguente accadimento.

Eravamo in riunione presso la sede ministeriale alla presenza dell’allora Ministro Cancellieri e del Dott. Birritteri, responsabile al tempo della attuazione della riforma. Io intervenni proprio sul fatto dell’antisismicità del nuovo plesso di Modica e il Dott. Birritteri, pur  dando atto del fondamento delle ragioni strutturali a favore di questo plesso, ebbe ad affermare: “Ma che vuole, avvocato, anche questo palazzo ministeriale non è antisismico”. Al che risposi prontamente: “Si, Dottore, ma questo palazzo non ha alternative, mentre il plesso di Ragusa ha l’alternativa di quello di Modica”.

Valutate, Voi, tale accadimento.

Se così è, io, umile cittadino italiano, che non vuole più assistere allo scempio di morti non evitate per incuria umana, Vi invito e Vi sfido, superate le esternazioni conseguenti per consuetudine alle lacrime, alla prova di un concreto atto di prevenzione. Dopo le parole, i fatti.

La prova dei fatti Vi attende a Modica.

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