“Le stragi dell’asfalto”. Modica paga dazio. Otto morti in otto mesi

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La scure della “signora in nero” si è abbattutta su Modica. Che sta succedendo? Il 2016, anno bisestile, ha registrato una vera e propria strage sulle strade. Otto persone, otto modicani, sono deceduti in altrettanti mesi, a causa di incidenti della strada, l’ultimo dei quali avvenuto martedì pomeriggio sulla Modica-Ragusa dove a lasciare la vita sull’asfalto è stato Samuele Peluso, originario di Modica ma residente a Ispica. I funerali sono stati già celebrati  nella Basilica di Santa Maria Maggiore ad Ispica.

Se ripercorriamo l’anno che stiamo vivendo e ci giriamo indietro, ci accorgiamo che l’asfalto da grigio scuro ha cambiato colore: è rosso sangue.
Nell’ordine, nel mese di febbraio a morire era stata la studentessa Eleonora Giurdanella, sulla principale arteria della frazione agricola modicana di Frigintini. Era alla guida del suo ciclomotore. Due, poi, le tragedie nel mese di aprile. Intorno alle 15 del 4 aprile, l’insegnante Sara Bravo, a bordo della sua Peugeot, non si era fermata allo stop di Via Silla eaveva  impattato violentemente con un Suv: per lei nulla da fare. Cinque giorni dopo la sorte ha voltato le spalle al giovane motociclista Giorgio Ereddia. La morte lo attendeva sulla seconda curva di Via Nazionale. Il 18 maggio sulla Ragusa-Santa Croce Camerina ha trovato il capolinea della sua vita Ignazio Giurdanella: partito da Modica, doveva raggiungere un Resort dove lavorava. Due giorni dopo altro incidente stradale in Contrada Abremi. A perdere la vita un bracciante agricolo indiano, Ram Singh, 45 anni, che, a bordo di un ciclomotore, stava raggiungendo l’azienda dov’era impiegato. Si arriva al 5 luglio scorso quando il giovanissimo studente Vincenzo Spadaro, a bordo del suo motociclo, perde la vita sulla strada di casa in Contrada Santa Rosalia. Settembre ha già fatto due vittime. Domenica scorsa sulla Ragusa Ibla-Giarratana, la motocicletta Kawasaki condotta dal frigintinese Vincenzo Rossini è andata fuori controllo. Il giovane è deceduto sul colpo. Appena due giorni, ed è toccato a Samuele Peluso. Le cause sono in corso di accertamento ma pare che alcuni testimoni abbiano notato il furgone che guidava percorrere contromano un tratto della statale fino a concludere la corsa contro una Lancia Musa, i cui occupanti, comisano, sono in prognosi riservata.
E’ il caso di riflettere prima di spingere l’acceleratore quando si è alla guida di un veicolo che spesso diventa un elemento di morte, un’arma letale per se e, purtroppo, talvolta, anche per altri.

Non so quanto sia crebile ma da una ricerca fatta emerge quanto segue:

“La credenza popolare vuole che l’anno bisestile sia sfortunato. In realtà la malafama è esclusiva della cultura latina e risale all’epoca degli antichi romani. Febbraio era un mese poco allegro, il “mensis feralis” ossia il mese dedicato ai riti dei defunti. Una delle celebrazioni del periodo era la “feralia”, una cerimonia solenne in onore delle persone trapassate. Decisamente più tardi, per l’esattezza nel XV secolo, un medico, tale Michele Savonarola, affermò che i bisesti portavano epidemie per bestiame e coltivazioni, nonché funestanti alluvioni. Altri invece sostenevano che in occasione degli anni con un giorno in più ci fossero eventi sismici e forti terremoti. In realtà, così come accadeva per altre “cose” anomale come eclissi, passaggio di comete, persone albine e nere, l’anno bisestile veniva considerato di cattivo auspicio.

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