IL PALAGIUSTIZIA DI MODICA TORNI AD ESSERE FRUIBILE, LA SENATRICE PADUA INTERROGA TRE MINISTRI

Venera   Padua

Garantire la fruizione degli uffici del palazzo di Giustizia di Modica. Anche perché quelli di Ragusa in cui, allo stato attuale, il Tribunale è ospitato, oltre ad essere poco funzionali non risultano affatto ineccepibili dal punto di vista antisismico. E in un territorio, come quello ibleo, in cui il rischio che possano verificarsi eventi tellurici è consistente, sembra una scelta illogica non utilizzare il palagiustizia modicano realizzato secondo tutte le indicazioni normative vigenti. E’ questo il senso della richiesta contenuta nell’interrogazione che la senatrice del Pd, Venera Padua,

ha presentato in queste ultime ore ai ministri della Giustizia, della Salute e delle Infrastrutture e dei trasporti in cui si fa ancora una volta riferimento al decreto legislativo 7 settembre 2012 che ha disposto, tra l’altro, la soppressione della sede distaccata del tribunale di Modica, accorpato a quello di Ragusa. “Già in passato, tramite la presentazione di atti di indirizzo e di sindacato ispettivo – chiarisce la senatrice – ho più volte esposto le ragioni per cui non appare assolutamente logica la scelta di non utilizzare gli uffici del palazzo di giustizia di Modica, trasferendo nelle sedi di Ragusa il personale precedentemente occupato in quel luogo e nella sezione territoriale di Vittoria. Voglio sottolineare come gli eventi sismici che hanno raso al suolo alcuni comuni del Lazio e delle Marche il 24 agosto scorso, hanno destato nuovamente l’attenzione delle istituzioni e della pubblica opinione sull’assoluta urgenza di interventi per la messa in sicurezza e per l’adeguamento alle misure tecniche antisismiche del patrimonio edilizio pubblico e privato. La Sicilia, tra l’altro, risulta essere la seconda regione in Italia maggiormente esposta al rischio sismico con 4,7 milioni di persone distribuite su 356 comuni, con un alto numero di edifici privati costruiti prima dell’entrata in vigore della normativa antisismica nazionale, nel 1974. Anche per quanto riguarda il settore pubblico, la situazione siciliana è assolutamente critica, tanto che i numeri degli edifici esposti al rischio sismico sono i più elevati d’Italia: 4.894 scuole e 398 ospedali. Ecco perché in questo contesto di estrema criticità, nel quale all’urgenza di numerosi interventi antisismici, si somma la difficoltà del reperimento di adeguate risorse economiche, che possano farvi opportunamente fronte, non si comprende affatto la ragione del mancato utilizzo degli uffici del palazzo di giustizia di Modica in luogo degli uffici giudiziari ragusani, dal momento in cui ci si trova all’interno di un’area, quella dei Monti Iblei, annoverata come zona rossa. Ho spiegato che non trova ragion d’essere, a mio giudizio, l’utilizzo di plessi che presentano, nel complesso, “criticità strutturali” (in questi termini si espressero il 3 ottobre 2013 il presidente del tribunale di Ragusa e il procuratore della Repubblica presso il medesimo tribunale, in un documento inviato all’attenzione dell’amministrazione comunale ragusana, chiedendo di eseguire “con la massima urgenza gli interventi strutturali e di manutenzione segnalati”) e, come noto, non rispettano la normativa antisismica in luogo di uffici, quelli modicani, costruiti recentemente (2004), efficienti ed antisismici. Gli uffici che ospitano ora l’attività del tribunale di Ragusa non assicurano, difatti, nonostante gli interventi di manutenzione eseguiti nel tempo, livelli di sicurezza minimi ed accettabili per chi presta la propria attività all’interno e per i cittadini che usufruiscono di tali strutture. E’ questa, dunque, la preoccupazione principale che consegue, nel territorio ragusano, all’accorpamento effettuato con la legge di riforma della geografia giudiziaria, rilevando, dunque, oltre il mero lato economico, pure assolutamente non trascurabile, e che riguarda il recente utilizzo di un ingente quantitativo di risorse pubbliche per la costruzione di uffici in larga parte, attualmente, inutilizzati e per la fruizione degli uffici che attualmente sono utilizzati a Ragusa e per i quali si consumano soldi pubblici. Mi sono rivolta ai tre ministri perché spero che da loro possa essere spesa una parola definitiva circa il tentativo che stiamo portando in essere per fare in modo che il palagiustizia di Modica torni di nuovo ad essere fruibile”.

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